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Superbonus 110%, aumentati del 20% i massimali – Wired Italia

Sono stati aumentati del 20% i tetti massimi per gli interventi del Superbonus 110%, dedicato ai lavori per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Il nuovo decreto è stato firmato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, con l’obiettivo di adeguare l’incentivo al crescente tasso di inflazione e all’aumento dei costi delle materie prime. Nel dettaglio si fa riferimento a quaranta interventi, dai cappotti termici agli impianti fotovoltaici, che potranno essere effettuati sia usufruendo superbonus, che di altri incentivi come l’ecobonus e bonus ristrutturazioni al 50%.

“Con questo decreto – ha detto il ministro Cingolani – si completa l’operazione che sta portando avanti il governo, ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi riscontrata in tempi recenti e riportando il Superbonus a un esercizio ragionevole che tuteli lo Stato e i cittadini venendo incontro anche alle esigenze del settore e dell’efficientamento energetico”. I tetti aggiornati sono stati fissati tenendo conto dei costi forniti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (Enea), relativi all’uso dell’ecobonus e del superbonus nel corso del 2021.

Cosa prevede il decreto?

Il decreto si limita ad aggiornare i massimali già individuati per l’ecobonus, aumentandoli del 20%. Tra gli altri, l’incentivo può essere richiesto per interventi che riguardano il cappotto termico, le caldaie, gli infissi, le schermature solari, gli impianti fotovoltaici o le colonnine di ricarica elettrica. Inoltre le nuove disposizioni prevedono la possibilità di tre cessioni del credito, ma solo se avvengono attraverso canali certificati e sicuri come quelli bancari.

Cosa è stato escluso dal decreto?

La novità più rilevante del nuovo decreto è l’esclusione delle soglie omnicomprensive, l’elemento più contestato del provvedimento. Infatti, nelle bozze circolate nei giorni scorsi sembrava che il ministero avesse voluto includere nei tetti elementi che da soli possono rappresentare tra il 40% e il 50% del costo totale dei lavori. Per questo il ministero ha deciso di andare incontro alle imprese e escludere dai massimali l’Iva, gli oneri professionali e i costi di posa in opera.

Per tutti i costi non previsti dal decreto, si dovrà fare riferimento ai prezziari delle regioni e delle province autonome, ai listini delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura oppure ai prezziari della casa editrice Dei.

Source: wired.it

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