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Superbonus 110% e Bonus facciate: cessione del credito e lavori bloccati nei condomini – Lavori Pubblici

16 modifiche normative in due anni e mezzo non sono riuscite a
bloccare la voglia di superbonus 110% da parte di contribuenti,
professionisti e imprese. Lo dimostrano i
dati recentemente pubblicati da Enea
dai quali emerge una
tendenza costante del numero di asseverazioni depositate e del
totale di interventi realizzati.

Superbonus 110%: le modifiche normative

Entrando nel dettaglio, da agosto 2020 ad oggi, gli articoli 119
e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) sono stati
modificati, integrati, corretti e semplificati:

Fanno esattamente 16 interventi normativi a cui occorre
aggiungere il
Decreto Ministero della Transizione Ecologica 14 febbraio 2022, n.
75
che, oltre a definire i costi massimi specifici agevolabili
ai fini dell’asseverazione della congruità delle spese, ha
modificato l’Allegato A, punto 13 del Decreto
Ministero dello Sviluppo economico 6 agosto 2020
.

Il blocco della cessione del credito

A gennaio 2022 è, però, accaduto un fatto imprevedibile e che
ancora non ha toccato l’apice della sua gravità. Professionisti e
imprese impegnate nei progetti di superbonus 110% (ma anche tanti
bonus facciate 2021 al 90%), con contratti già stipulati e
fidandosi dello Stato, hanno avviato i lavori applicando lo sconto
in fattura ai loro committenti.

Le 4 modifiche in 5 provvedimenti normativi al meccanismo di
cessione del credito hanno ridotto il plafond disponibile per la
compensazione, con la conseguenza che non si riesce più a trovare
nessuno disponibile ad acquistare i crediti (soprattutto quelli
indiretti frutto dello sconto in fattura).

Mentre per le unifamiliari il problema è più gestibile,
soprattutto perché l’investimento medio è limitato (113.134,52 €
nel mese di maggio 2022) e l’approssimarsi della scadenza ha
ridotto il trend di crescita dei lavori(visionare i dati
Enea
), la situazione per i condomini desta più di una
preoccupazione.

La situazione dei condomini

L’orizzonte temporale di accesso al superbonus 110% per i
condomini scade nel 2023, con un decalage dell’aliquota nei due
anni successivi (70% nel 2024, 65% nel 2025). Inoltre il cambio di
aliquota del 2022 per il bonus facciate (da 90% al 60%) ha portato
alla nascita di tanti cantieri a dicembre 2021 che ancora stentano
a chiudersi.

Oggi non sono pochi i condomini con ponteggi montati da mesi e
poche lavorazioni. Il motivo va, chiaramente, ricercato
nell’assenza di lungimiranza del legislatore che, cambiando in
corsa le regole, ha generato la paradossale situazione di imprese e
professionisti ricchi di detrazioni fiscali ma poveri della
liquidità necessaria alla loro sopravvivenza. La conseguenza è che
avendo meno liquidità le imprese hanno dovuto mandare a casa molti
operai (e i cronoprogrammi si sono dilatati) e i fornitori hanno
cominciato a chiedere sempre più garanzie e meno crediti (con la
conseguenza che i materiali non arrivano in cantiere).

La soluzione potrebbe arrivare dopo la conversione del Decreto
Aiuti che dovrebbe dare più certezze anche a chi vorrebbe
acquistare un credito ma, giustamente, ha paura di nuovi terremoti
normativi. Intanto è notizia di ieri che un noto Istituto bancario
che recentemente aveva pubblicato nuove proposte di acquisto dei
crediti, ha cominciato ad inviare comunicazione di aver esaurito il
plafond e di non poter più procedere con l’acquisto dei
crediti.

La situazione è drammatica e affermare che la colpa sia del
Governo vuol dire non comprendere che il potere legislativo è
sempre nelle mani del Parlamento che in questi mesi avrebbe potuto
(dovuto!) intervenire con le leggi di conversione. Interventi che
non ci sono stati e che dividono la colpa tra chi detiene il
potere esecutivo (il Governo) e chi dovrebbe legiferare per il
benessere dei contribuenti (Camera e Senato).

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