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Superbonus 110% e cessione del credito: i 3 regimi temporali – Lavori Pubblici

Superbonus 110% e cessione del credito: i 3 regimi temporali - Lavori Pubblici

Provare ad analizzare il momento di crisi che vive il comparto
dell’edilizia non è certamente semplice. Per farlo occorre
conoscere (bene) la storia delle modifiche del Decreto Rilancio e
qualche numero che riguarda costi, numero di asseverazioni, edifici
interessati, ricavi, dati occupazionali e possibili frodi fiscali
individuate.

I numeri del Superbonus

Dopo avere messo insieme tutti questi dati occorre rispondere
con onestà intellettuale a due domande:

  • quando è andato in crisi il sistema?
  • prima di questo momento, il sistema aveva delle
    problematiche?

Domande non semplicissime da affrontare soprattutto se si
cominciano a mischiare argomenti di natura fiscale, sociale e
tecnica. Guardando i dati pubblicati da Enea sull’utilizzo del
superbonus relativamente alla parte energetica, verrebbe da
rispondere che il superbonus 110% va a gonfie vele. I dati
aggiornati a giugno 2022
hanno, addirittura, evidenziato un
boom di asseverazioni, dovuto principalmente alla scadenza del 30
giugno 2022 per gli edifici unifamiliari ma che in realtà ha
coinvolto tutti i soggetti beneficiari principali.

Da maggio a giugno 2022, il numero di asseverazioni è
passato:

  • per le unifamiliari da 91.444 a 107.143 (+17%), per un totale
    di investimenti passato da euro 10.345.473.045,55 a euro
    11.999.794.559,34 (+16%).
  • per i condomini da 26.663 a 30.167 (+13%), per un totale di
    investimenti passato da euro 14.987.673.920,83 a euro
    17.267.471.298,32 (+15%).
  • per le unità immobiliari indipendenti da 54.338 a 61.809
    (+13,7%), per un totale di investimenti passato da euro
    5.313.195.927,07 a euro 5.943.002.099,84 (+12%).

Numeri che dovrebbero far riflettere non tanto sulle procedure,
i requisiti da rispettare e gli adempimenti che riguardano il
superbonus 110%, quanto sulle possibilità che un intervento che
utilizza queste detrazioni determini valore aggiunto e utilità a
tutti gli attori coinvolti, ovvero:

  • soggetti beneficiari;
  • professionisti;
  • imprese.

Il completamento di un intervento di superbonus 110% da valore
aggiunto ai soggetti beneficiari, ma non porta alcuna utilità a
professionisti e imprese nel caso in cui, dopo aver applicato lo
sconto in fattura, non si riesca a convertire in liquidità il
credito indiretto.

E questa possibilità è stato il principale motivo che ha
determinato l’anno nero dell’edilizia (almeno per i primi sette
mesi del 2022), in cui imprese e professionisti si trovano nella
paradossale situazione di avere completato o stare per completare
gli interventi pattuiti, esponendosi economicamente in termini di
formazione, manodopera, materiali e tasse, senza avere nessuno che
voglia acquistare i loro crediti indiretti.

Quando è andato in crisi il sistema?

Volendo rispondere alla prima domanda, non vi è alcun dubbio che
la situazione di crisi ha cominciato a palesarsi con il Decreto
Legge n. 4/2020 (Decreto Sostegni-ter) con il quale è stata operata
per la prima volta una modifica significativa al meccanismo di
cessione del credito. A questa modifica ne sono seguite altre
attraverso altri provvedimenti normativi:

il Decreto-Legge 25 febbraio
2022, n.13
(Decreto Frodi) abrogato dalla Legge di conversione
del Decreto Sostegni-ter;

Interventi che ad oggi hanno determinato 3 diversi regimi
temporali, riassumibili nel seguente grafico.

Regimi temporali - Cessione del credito

Sostanzialmente:

  • dal 27 gennaio al 25 febbraio 2022, il periodo di vigenza del
    D.L. n. 4/2022;
  • dal 26 febbraio al 30 aprile 2022, il periodo di vigenza del
    D.L. n. 13/2022 e della legge di conversione del decreto
    Sostegni-ter;
  • dall’1 maggio 2022, data di entrata in vigore delle
    disposizioni previste dalla legge di conversione del Decreto Aiuti
    (arrivata il 16 luglio 2022 ma con effetti retroattivi).

Differenze temporali che, necessariamente, hanno destabilizzato
il settore, determinando dubbi e incertezze che i principali attori
protagonisti (le Banche) non potevano accogliere diversamente al
blocco degli acquisti.

Il sistema è, dunque, andato in crisi nel 2022 con le prime
modifiche all’art. 121 del Decreto Rilancio.

Prima di questo momento, il sistema aveva delle
problematiche?

Si può adesso passare alla seconda risposta, rilevando che il
sistema della cessione dei crediti edilizi, almeno prima il D.L. n.
157/2021 (Decreto antifrode) e la Legge n. 234/2021 (Legge di
Bilancio 2022) è stato il principale artefice delle frodi fiscali
scovate dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

Aver esteso senza logica questo meccanismo ai bonus edilizi
senza controllo ha determinato le più classiche delle truffe con
interventi mai realizzati e importi dei lavori raddoppiati.

Come detto, però il sistema era stato già corretto con il D.L.
n. 157/2021. Inseriti i meccanismi di controllo e previsto il
codice identificativo unico della detrazione, sarebbe stato un
ottimo modo, unitamente ad una attenta due diligence dei
cessionari, per eliminare ogni possibilità di frodare lo Stato.

Le scelte, com’è noto, sono state altre con effetti devastanti
cui il comparto delle costruzioni chiede soluzioni immediate.

Source: lavoripubblici.it

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