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Superbonus 110% e coibentazione tetto freddo: nuovi chiarimenti da Enea – Lavori Pubblici

Tutto cominciò con la Legge n.
178/2020
(Legge di Bilancio 2021) quando, tra gli innumerevoli
correttivi previsti all’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020
(Decreto Rilancio), il legislatore ha previsto la possibilità di
portare in detrazione con il superbonus 110% le spese sostenute per
la coibentazione di un tetto freddo.

Superbonus 110%: l’isolamento delle superfici disperdenti

Venendo meno ai presupposti previsti all’art. 14 del D.L. n.
63/2013, cui la norma sull’ecobonus 110% fa riferimento, si è data
la possibilità di isolare un tetto freddo portando le relative
spese in detrazione. Possibilità utile dal punto di vista fiscale
ma poco funzionale dal punto di vista energetico come confermato
recentemente da Enea in una
nota di chiarimento sulla coibentazione dei tetti non
disperdenti
.

Ma, come conferma la stessa Enea, la coibentazione di un tetto
non disperdente non rientrerebbe nel calcolo del 25% delle
superfici disperdenti, necessario per avere accesso al superbonus
110% per gli interventi di cui all’art. 119, comma 1, lettera a)
del Decreto Rilancio. Aspetto che coinvolgerebbe la definizione
stessa di ristrutturazione importante di primo e secondo livello e
sul quale
ho posto qualche domanda
a Cesare Caramazza, Ingegnere esperto
in Gestione dell’Energia, progettista di interventi di
riqualificazione energetica e di impianti elettrici, energy manager
di aziende private, componente del direttivo di Assoege.

Insieme al collega Caramazza, abbiamo provato a rispondere a
qualche dubbio venuto fuori a seguito del chiarimento di Enea,
ritenendo che l’unico chiarimento possibile poteva arrivare da Enea
stessa. Ed è per questo che abbiamo interpellato Domenico
Prisinzano
, Ingegnere e Responsabile del “Laboratorio
Supporto Attività Programmatiche per l’efficienza energetica”
ENEA-DUEE-SPS-SAP.

1. La coibentazione del tetto freddo

Domanda – Nella nota Enea relativa
all’isolamento copertura si parla di “coibentazione del tetto
freddo copertura non disperdente” come un intervento che non va
considerato come isolamento termico, seppur detraibile,
corretto?

Risposta – Le spese sostenute per la
coibentazione del tetto anche nel caso in cui l’ambiente
sottostante non sia climatizzato, come chiarito con la nota ENEA
concertata con il Ministero della Transizione Ecologica del 31
agosto 2021, sono ammissibili alle detrazioni fiscali del 110%
quando non si esegue contemporaneamente la coibentazione del solaio
sottostante. Secondo la definizione riportata nel decreto
26/06/2015 “requisiti minimi” art. 2, comma 2, lettera a) si
definisce: “superficie disperdente S (m2): superficie
che delimita il volume climatizzato V rispetto all’esterno, al
terreno, ad ambienti a diversa temperatura o ambienti non dotati di
impianto di climatizzazione”. La superficie del tetto che separa un
ambiente freddo dall’esterno non è, quindi, una superficie
disperdente.

2. Ristrutturazione importante di primo e secondo livello

D. – Quindi tutte le volte che un tetto separa
uno spazio freddo dall’esterno un eventuale isolamento non è 
mai da calcolare ai fini della classificazione della
ristrutturazione come primo e secondo livello?

R. – Per determinare il valore in m2 della
superficie disperdente si applica la definizione sopra
riportata.

3. Il calcolo della resistenza termica di una
intercapedine

D. – La norma UNI 6946 attualmente in vigore
(del 2018) consente il calcolo della resistenza termica di una
intercapedine, e quindi la trasmittanza del pacchetto formato da
penultimo solaio, aria e solaio di copertura, a prescindere dallo
spessore dell’intercapedine, la nota pubblicata non va in aperto
contrasto con i contenuti della norma?

R. – No. La determinazione del fabbisogno di
energia dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale si
esegue secondo la norma UNI TS 11300-1. Questa norma, al punto
11.1.1 indica che “i coefficienti superficiali di scambio termico e
le resistenze termiche delle intercapedini d’aria siano conformi ai
valori stabiliti dalla UNI EN ISO 6946”. Al punto 11.2 indica, poi,
come determinare “il coefficiente di scambio termico per
trasmissione, Hu, tra l’ambiente climatizzato e
l’ambiente esterno attraverso gli ambienti non climatizzati. Vanno
tenuti distinti, quindi, i concetti di intercapedine e
ambiente.

4. Distinzione tra intercapedine e volume

D. – La distinzione tra “intercapedine” e “volume”, non avendo una definizione univoca, è lasciata alla
sensibilità del tecnico, che si deve quindi assumere un grande
rischio in tal senso?

R. – Va fatta distinzione tra intercapedine e
ambiente cioè un “vano o spazio chiuso”. Il punto 3.1 della norma
UNI TS 11300-1 definisce l’ambiente climatizzato come: “vano o
spazio chiuso …..”. Ritengo che il concetto di vano o spazio chiuso
si possa applicare anche quando l’ambiente non sia
climatizzato.

5. Ritirare la FAQ Enea 6.b per il vecchio ecobonus?

D. – La già citata norma UNI 6946-2018 in
nessuna sua parte consente di definire cosa sia una intercapedine e
cosa un volume, non sarebbe il caso di ritirare la faq 6.b
pubblicata sul portale Enea per il vecchio ecobonus?

No, per i concetti contenuti nelle risposte precedenti.

6. Utilizzo sottotetto e calcolo energetico

D. – L’utilizzo o meno di un sottotetto non
dovrebbe essere una questione meramente urbanistica? Perché un
calcolo energetico dovrebbe distinguere tra intercapedine e volume
freddo se dal punto di vista energetico non cambia nulla?

R. – Ritengo che la risposta e già contenuta in
quelle precedenti.

7. Il calcolo della resistenza termica di una intercapedine
d’aria

D. – Eseguendo un calcolo nel rispetto della
UNI 6946-2018 della resistenza termica di una intercapedine d’aria
si ha un incremento modesto della resistenza rispetto ai valori per
30 cm, quindi che siano 40 cm o 2 m poco cambia. Impostando di
conseguenza il calcolo della trasmittanza del pacchetto costituito
da separatore tra volume caldo e volume freddo, aria, copertura, un
isolamento all’estradosso della copertura ha un’incidenza
energetica importante, specie se la prima separazione ha
prestazioni modeste (volte in canne e gesso per edifici storici,
cartongesso per quelli moderni tra gli altri esempi), la pronuncia
che un isolamento all’estradosso della copertura sia di scarsa
efficacia non è disallineato con quanto emerge da un rigoroso
calcolo?

R. La risposta a questa domanda è contenuta
nella risposta alla domanda n. 3

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