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Superbonus 110%, quanto sono aumentati i prezzi dell’edilizia – Wired Italia

Il presidente del Consiglio Mario Draghi non perde occasione per criticare il superbonus 110%, la misura voluta dal governo giallorosso per rilanciare l’edilizia e migliorare l’efficienza energetica degli immobili residenziali italiani. L’ultima non più tardi di un mese fa, quando è tornato a denunciare le truffe legate a questo beneficio fiscale. E soprattutto a insistere sul fatto che abbia causato un aumento dei prezzi nel settore delle costruzioni.

Dal momento che si tratta di una misura di fatto completamente a carico dello Stato, il cittadino o il condominio che decide di usufruirne non ha alcun interesse a trattare sul prezzo con l’impresa che realizzerà i lavori, è il ragionamento del capo del governo. Se a questo si aggiunge l’aumento dei costi delle materie prime, che negli scorsi mesi ha costretto il governo ad aumentare i massimali del 20%, si comprendono le critiche dell’ex numero uno della Bce.

Ma il superbonus 110% ha davvero provocato questo aumento dei prezzi? La risposta è sì. E anche con percentuali a due cifre. Utilizzando i report mensili realizzati da Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Wired ha ricostruito il costo medio delle asseverazioni completate ogni mese. Ovvero dei via libera ai cantieri. Quindi ha calcolato la variazione percentuale del costo medio mensile rispetto a quello registrato nell’agosto dello scorso anno. Il risultato è rappresentato in questa infografica.

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Cosa emerge dai dati

Il grafico mostra la variazione percentuale dei prezzi medi delle asseverazioni rispetto al valore registrato ad agosto 2021. La legenda in basso (in alto a destra per chi legge da desk) indica quale delle tre fattispecie che possono accedere al superbonus 110% rappresenta ciascuna linea: condomini, edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Ovvero, per esempio, una villa a schiera con ingresso autonomo.

Come si può vedere, l’andamento tra le tre fattispecie considerate è molto diverso. Per i condomini, intorno alla fine dello scorso anno, si è scesi anche al di sotto dei valori iniziali. A maggio di quest’anno, però, l’aumento del costo medio rispetto ad agosto 2021 è del 22,3% per le abitazioni singole, del 18,8% per i condomini e del 13,6% per le unità funzionalmente indipendenti.

Se i prezzi fossero rimasti identici a quelli dell’agosto dello scorso anno, il risparmio per le casse dello Stato sarebbe stato pari a 2,5 miliardi di euro. Cifra che si ottiene sottraendo al costo del superbonus 110% aggiornato a maggio 2022 con quello che si sarebbe registrato alla stessa data se i prezzi fossero rimasti quelli di agosto dell’anno prima. E aggiungendo a questo valore il 10% previsto da questo bonus oltre il costo effettivo dei lavori. Una cifra, 2,5 miliardi, che rappresenta poca cosa rispetto ai 33,7 miliardi di costo totale del superbonus 110%, dei quali 23,6 già versati, ma comunque consistente. Sufficiente, per esempio, a coprire per quattro mesi i costi del reddito di cittadinanza.

Ovviamente, non è possibile determinare quanto questi aumenti siano legati al fatto che non ci sono quegli incentivi a trattare sul prezzo di cui parla Draghi e quanto invece all’inflazione e al conseguente aumento dei massimali. Ma è un fatto che per le case indipendenti quello che ad agosto 2021 costava cento euro, oggi ne costa 122. E costa a tutti, visto che a pagare è lo Stato italiano.

Source: wired.it

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