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Superbonus 110%: su 9 milioni di famiglie interessate, 4 sono ancora ferme – Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3′ di lettura

Dall’entusiasmo alla rassegnazione. In attesa che il pacchetto di modifiche alle norme sul Superbonus – inserito nella legge di conversione del decreto Semplificazioni – possa rendere più fluide e veloci le procedure, a un anno dal lancio della misura, l’istantanea sugli interventi mostra un «percorso diventato ad ostacoli», dove crescono gli interventi asseverati, ma non con la velocità attesa e si registra un primo «effetto di rassegnazione e scoraggiamento» da parte delle famiglie italiane. I motivi sono vari: dall’incertezza sulle decisioni normative all’inadeguatezza delle informazioni da parte degli operatori, così come le difficoltà riscontrate dalle imprese dovute all’aumento dei prezzi e dal fatto che abusi anche minimi possono impedire l’avvio delle operazioni.

Il quadro

È quanto emerge dal 110% Monitor, il primo osservatorio trimestrale sull’andamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica soggetti al superbonus lanciato da Nomisma per monitorare e misurare l’efficacia e le criticità dell’agevolazione e di promuovere modelli di business virtuosi capaci di facilitarne l’accessibilità.

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Dalle prime analisi, emerge una forma di realismo, o forse di pessimismo, che sta attraversando il pensiero comune. Il numero di famiglie potenzialmente interessate a usufruire del Superbonus ha subìto un calo, passando da 10,5 milioni a maggio 2020 a 9 milioni a giugno 2021.Una delle conseguenze di ciò è che gli interventi asseverati stanno crescendo in numerosità, ma non con la velocità attesa – come mostrato dal quadro Enea del 17 maggio 2021 – in cui si contavano 14.450 cantieri in corso, per un importo lavori di 1,66 miliardi.
Il 110% Monitor mostra inoltre ben 9,4 milioni di famiglie non interessate alla misura, 2,3 milioni che stanno avviando azioni concrete e infine 4 milioni di famiglie che sono interessate, ma ancora ferme. A questo si aggiunge che il 40 % degli interventi si concentra sulle abitazioni singole, mostrando una certa fatica a partire da parte dei condomìni.

L’analisi e le proposte di Nomisma

«Da un lato – ha spiegato Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo e Sostenibilità Nomisma, mettendo in evidenza alcune criticità che disincentivano la misura – il Superbonus rischia di inasprire alcune iniquità territoriali, data la concentrazione attuale degli interventi in Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna, regioni più equipaggiate per gestire amministrativamente e sul piano realizzativo gli interventi, con conseguente penalizzazione dei territori meno equipaggiati, come Molise, Basilicata, Umbria e Abruzzo. Dall’altro, la misura rischia di regalare valore immobiliare solo a chi già lo ha, ma anche di regalare opportunità solo a chi non ha altre preoccupazioni in questo momento».

Per sostenere la misura è necessario correggere alcuni passaggi, in particolare Nomisma propone quattro proposte: il ricorso a una operazione “sblocca contratti” in attesa della conferma di proroga al 2023 accompagnata dalla certezza sulla cessione del credito, per non perdere l’importante finestra temporale estiva; l’attenuazione delle distorsioni di mercato che stanno emergendo, da un lato introducendo una sorta di “controlla prezzi”, per attenuare il rischio di schizofrenia che sta minando il mercato delle materie prime, dall’altro adottando aliquote differenziate a seconda dei condomini coinvolti, che permettano anche ai contesti più “difficili” di usufruire della misura. Inoltre, Nomisma auspica l’introduzione di un “obbligo generalizzato” di riqualificazione della “casa pubblica”, oltre i limiti temporali della misura, anche attraverso forme di partenariato pubblico-privato e. infine, impiegare lungimiranza nella programmazione, iniziando sin da oggi a guardare al post 2023.

Source: ilsole24ore.com

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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