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Superbonus, 4,4 miliardi di crediti falsi e 2,3 miliardi sotto sequestro: come funzionano le frodi – Corriere della Sera

Oltre 38,4 miliardi di crediti fiscali relativi ai bonus edilizi ceduti – 0,6 miliardi nel 2020 e 37,8 miliardi nel 2021 – con 4,8 milioni di operazioni tra prime cessioni e sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle Entrate attraverso la piattaforma telematica. Ma anche frodi al fisco salite a 4,4 miliardi di euro. L’aggiornamento sui numeri dei bonus edilizi come il Superbonus e sul fenomeno delle frodi è stato dati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione al Senato sul dl Sostegni Ter.
In particolare:
160 milioni di euro sono stati sospesi e scartati dall’Agenzia sulla piattaforma “cessione crediti”, per effetto delle disposizioni introdotte con il Decreto anti-frode, che consente all’Agenzia di effettuare tale controllo preventivo in presenza di profili di rischio;
• 2,3 miliardi sono oggetto di sequestri preventivi da parte dell’Autorità giudiziaria, a seguito di segnalazione dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza;
•i restanti importi sono oggetto di indagini in corso e di richieste di sequestro preventivo inoltrate alle competenti Autorità giudiziarie.

Frodi, il meccanismo delle fatture false

Ruffini ha anche spiegato con un esempio reale come funzionano le frodi. «Sono state individuate due società, gestite dalle medesime persone, che attraverso un meccanismo circolare di fatture false e comunicazioni di cessioni crediti hanno generato operazioni per centinaia di milioni di euro. Sostanzialmente le due società, nell’arco di pochi mesi, hanno emesso reciprocamente fatture per anticipi di lavori mai effettivamente realizzati per un importo di circa 500 milioni. Da dette operazioni sono stati poi generati indebiti crediti di imposta, in seguito monetizzati presso intermediari finanziari. In particolare, parte dei crediti è stato ceduto a persone fisiche compiacenti, per lo più nullatenenti e tutte residenti nel medesimo Comune o facenti parte del medesimo gruppo familiare, che hanno poi incassato il controvalore del credito da un intermediario finanziario.

Le frodi e i soldi all’estero

«L’attività di analisi e controllo svolta dall’Agenzia delle entrate, cui si sono aggiunte le segnalazioni di cittadini vittime inconsapevoli di raggiri – ha aggiunto Ruffini – ha fatto emergere un quadro generale preoccupante. Sono state riscontrate gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari. In alcuni casi, i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero».

La cessione plurima del credito

Secondo Ruffini «la circolazione dei crediti d’imposta – qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia – rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro. Infatti, riguardo a un credito oggetto di plurime cessioni può risultare sostanzialmente priva di efficacia una verifica svolta solo nei confronti dell’ultimo cessionario che ne chiede la monetizzazione».

I decreti argine contro le frodi

« L’effetto combinato delle criticità appena rappresentate – ha concluso Ruffini – mette in risalto la problematicità dell’assetto normativo previgente alle modifiche del Decreto anti-frode (prima) e del Decreto Sostegni-ter (poi), a contenere i fenomeni fraudolenti. A tal fine, l’articolo 28 del Decreto Sostegni-ter, vietando le cessioni successive alla prima, costituisce un primo argine ai fenomeni sopra rappresentati».

Source: corriere.it

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