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Superbonus e contratti collettivi edili, no di FederTerziario – Immobiliare.it

La norma oggetto di discussioni tanto accese è quella che riguarda l’applicabilità del Superbonus solo alle imprese che applicano per i propri dipendenti il contratto collettivo, una recente norma inserita dal Ministero del Lavoro nel Decreto-legge 13/22 dal titolo “Disposizioni in materia di benefici normativi e contributivi e applicazione dei contratti collettivi e per il miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Per contratto collettivo si intende un contratto del settore edile, nazionale e territoriale, stipulato dalle associazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale. Tutte le altre forme contrattuali, diffuse in edilizia che interessano soprattutto i tecnici specialisti, vengono messe da parte.

Appena pubblicata, questa norma ha scatenato pareri discordanti. A favore i Sindacati dei lavoratori edili e le grandi associazioni datoriali, decisamente contrarie le associazioni imprenditoriali più piccole, come Confimi Edilizia e Finco, l’hanno definita un ‘abuso legislativo gravissimo’ e anche FederTerziario, la Confederazione italiana del terziario, dei servizi, del lavoro autonomo e della piccola impresa industriale, commerciale e artigiana.

La posizione di FederTerziario

 FederTerziario in particolare si è espressa con chiare parole di disaccordo e ha addirittura chiesto di cancellare o modificare questa norma, proponendo anche alternative valide.

Il Segretario Generale, Alessandro Franco, ha sottolineato che questa norma non è accettabile in particolare per due evidenze: non può influire positivamente sui livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, oggi priorità del settore, e tende a favorire solo alcune aziende a discapito di altre, introducendo immotivate misure restrittive in tema di concorrenza.

Cosa contesta FederTerziario?

Prima di tutto il riferimento ai soli contratti collettivi del settore edile, perché, come sottolineato da Alessandro Franco “numerose aziende che si occupano di ristrutturazioni per le quali si può beneficiare del Superbonus del 110%, adottano contratti differenti da quello dell’edilizia, poiché svolgono attività di natura specialistica che rientrano nel campo di applicazione di contratti collettivi differenti. FederTerziario vorrebbe capire quale sia l’orientamento del Governo nei confronti queste aziende, se per poter operare ‘correttamente’ nell’ambito di applicazione della norma, dovranno necessariamente applicare il contratto dell’edilizia pur non svolgendo attività prettamente edili”.
 
In secondo luogo FederTerziario esprime disappunto sull’affidare la verifica dei contratti alle Casse Edili, oltre che dall’Inl – Ispettorato nazionale del lavoro- e dall’Inps, perché “attribuire tale verifica alle Casse Edili, costituite da alcune associazioni sindacali datoriali, sottoscrittrici di contratti collettivi del settore edile, costituisce un potenziale conflitto d’interesse nonché una posizione dominante di alcune associazioni datoriali e sindacali rispetto alle altre, di cui le prime andrebbero a valutare il grado di rappresentatività”.

La proposta di FederTerziario

In
risposta alla emanazione della norma che lega il cantiere in Superbonus, la
sicurezza dei lavoratori e il contratto collettivo edile, FederTerziario ne
chiede la cancellazione o la modifica.

Spiega
il segretario generale dell’associazione: “Continuano ad essere
emanate numerose norme nelle quali si rimanda ai concetti di maggiore
rappresentatività, pur senza aver ancora provveduto ad indicare quali siano i
criteri, ovvero i parametri, attraverso i quali stabilire quali siano i
soggetti maggiormente o comparativamente più rappresentativi a livello
nazionale o nell’ambito di determinate categorie produttive. La mancanza di
tali criteri genera confusione e a farne le spese sono gli imprenditori, che
sono gli unici soggetti sui quali ricadono le conseguenze nefaste come la
revoca di benefici e l’irrogazione di sanzioni. Sarebbe necessario evitare
l’apposizione di diciture non codificate all’interno delle norme in materia di
lavoro, anche per evitare il protrarsi di una situazione di incertezza che
danneggia imprese e cittadini e che determina il rischio di arbitrarietà
nell’operato degli organi ispettivi”.

Quale è la proposta avanzata da FederTerziario? 

Per ridurre gli infortuni sul lavoro, che oggi è di prioritaria importanza nel comparto dell’edilizia “bisognerebbe assumere iniziative per verificare l’osservanza da parte dei datori di lavoro delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché in ordine alla formazione obbligatoria in materia, anche implementando risorse e personale per gli organi a ciò preposti”.

di Giovanna Ferraresi

Source: immobiliare.it

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