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Superbonus, fisco, pensioni: via alla manovra. Parte il pressing per nuovi fondi – ilmattino.it

Doveva essere la legge di Bilancio che accompagnava la vigorosa ripartenza dell’economia italiana. Ma se le prospettive per la crescita del prodotto interno lordo sono ancora buone, molte cose sono cambiate dalla fine di ottobre, quando il governo ha approvato il testo che poi, con molto ritardo, è arrivato in Senato. E ieri è stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati. Le due minacce che si sono materializzate e rafforzate negli ultimi due mesi potrebbero presto richiedere ulteriori fondi, che il governo a questo punto sarebbe costretto a reperire con ulteriori scostamenti di bilancio rispetto ai margini fissati in manovra per il 2022.

Da una parte il prolungarsi dell’emergenza pandemica causato anche dalla variante Omicron sta già danneggiando vari settori economici a partire dal turismo, anche prima che arrivino eventualmente esplicite chiusure (che già riguardano però le discoteche). Per tutte queste imprese potrebbe presto servire una nuova tranche di sostegni. Poi c’è da valutare l’impatto dell’impennata dei prezzi energetici: per il primo trimestre sono stati stanziati 3,8 miliardi ma se le tensioni non rientreranno l’esecutivo dovrà destinare risorse a compensare famiglie e imprese. Senza contare l’esigenza di continuare a sostenere un sistema sanitario destinato a restare per vari mesi in stato di stress.

La manovra che dal primo gennaio diventa legge aveva messo in campo risorse complessive per circa 35 miliardi. Il capitolo probabilmente più rilevante dal punto di vista politico è il primo modulo di riforma del fisco, che vale 8 miliardi di cui circa 7 destinati a regime alla riduzione dell’Irpef. Il tema dovrà essere ulteriormente approfondito con la legge delega per la riforma complessiva del sistema, che è all’esame del Parlamento. E tra le scadenze più pesanti c’è anche l’approvazione della legge sulla concorrenza che ha già scatenato la reazione di alcune categorie.

 

Fisco: quattro aliquote per la nuova Irpef

Le aliquote Irpef scendono da quattro a cinque e viene modificato il sistema delle detrazioni. Il risultato favorisce tutte le categorie di contribuenti, ma in misura maggiore i lavoratori dipendenti e quelli con un reddito annuo tra i 40 mila e i 50 mila euro. Anche coloro che hanno un reddito più alto hanno comunque un beneficio, che però a partire dai 75 mila euro l’anno resta fisso nella misura di 270 euro. Per i dipendenti è anche prevista, per il solo 2022, una riduzione dello 0,8 per cento dell’aliquota contributiva, a parità di pensione futura.

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Superbonus 110% prorogato incluse le villette

Il superbonus 110 per cento è stato probabilmente il capitolo più infuocato di tutta la legge di Bilancio. Il testo originale prorogava per due anni la possibilità di usufruire della detrazione del 110 per cento per i condomini mentre per le villette unifamiliari poneva un vincolo: i proprietari dovevano avere un Isee (indicatore di situazione economica equivalente) non superiore a 25 mila euro. Questo paletto alla fine è caduto, sostituito da un altro vincolo: aver realizzato al 30 giugno 2022 almeno il 30 per cento dei lavori.

 

Pensioni: Ape sociale esteso, quota 102 nel 2022

Gli interventi in materia di pensioni sono essenzialmente temporanei, in attesa di un eventuale accordo più generale tra governo e sindacati. Al posto di “Quota 100” viene prevista per il solo 2022 la possibilità di lasciare il lavoro a 64 anni di età con 38 di contributi (Quota 102). Sono inoltre prorogati per un anno sia l’Ape sociale (esteso ad altre categorie di lavoratori e con condizioni più favorevoli per gli edili) sia Opzione donna per l’uscita delle lavoratrici con il calcolo contributivo. Viene poi creato un fondo per favorire l’uscita dei dipendenti di piccole e medie imprese in crisi.

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Ammortizzatori: protezione estesa a tutte le imprese

Dopo i provvedimenti di carattere eccezionale per contrastare l’emergenza Covid, la legge di Bilancio interviene in modo strutturale per riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, con una dote di circa 3 miliardi il primo anno. L’accesso ai regimi di integrazione salariale è esteso a tutte le imprese con almeno un dipendente: una parte dei costi è a carico delle aziende stesse. Viene inoltre estesa la copertura della Cassa straordinaria a tutte le imprese con almeno 15 dipendenti. Viene poi ritardata la riduzione della Naspi, il trattamento di disoccupazione. 

Sanità: risorse aggiuntive anche per i vaccini

Vale in media 4,3 miliardi l’anno nel prossimo triennio il pacchetto destinato a sostenere il servizio sanitario nazionale. Una parte della spesa aggiuntiva è finalizzata all’acquisto di vaccini e farmaci anti-Covid. Per quanto riguarda il personale si prevedono la possibilità di prorogare una serie di incarichi conferiti nel corso dell’emergenza e la stabilizzazione di lavoratori a tempo determinato. Altri fondi sono destinati al rafforzamento dell’assistenza territoriale, in linea con l’impostazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Investimenti: spinta e interventi pubblici e privati

Le risorse per gli investimenti pubblici e privati si aggiungono a quelle delle precedenti leggi di Bilancio e del Pnrr. In particolare il capitolo degli investimenti pubblici vale circa 2 miliardi l’anno nella media del prossimo triennio, con interventi finalizzati alla manutenzione della rete viaria e alla messa in sicurezza del territorio. Una quota è destinata al Giubileo del 2025. Sul fronte del sostegno ai privati, spiccano i crediti d’imposta per la Transizione 4.0 e il rifinanziamento della legge Sabatini per gli investimenti in beni strumentali delle piccole e medie imprese.

Source: ilmattino.it

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