Widget Image
Posts Popolari
Seguiteci anche su:

HomeCategorieSuper Bonus 110Superbonus in Veneto, giungla infinita. Dal tecnico referente al credito: ecco come muoversi – Corriere della Sera

Superbonus in Veneto, giungla infinita. Dal tecnico referente al credito: ecco come muoversi – Corriere della Sera

Il viaggio, per chi ha deciso di abbracciare la via del superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie, è lungo e spesso tortuoso. A pesare, dice il mondo di tecnici e imprese che si è mosso in questi mesi, è stata la lettura «semplicistica» data inizialmente. In troppi ancora si rivolgono a banche e impresari edili convinti che col «superbonus» si ristrutturi «gratis». Naturalmente non è così semplice, appunto. In molti hanno sperato che la bacchetta magica fosse il «general contractor» vale a dire un soggetto che si sobbarcasse, «chiavi in mano», ristrutturazioni complesse e, per di più, l’onere non indifferente degli adempimenti fiscali.

«Chiavi in mano»

Facciamola più semplice: ristrutturare un immobile, magari la casa dei propri sogni, incrociando il magico «superbonus» e i bonus classici (facciate, ristrutturazioni e così via) è una chicane complessa sia sotto il profilo tecnico che sotto quello fiscale. Perché se è vero che l’uovo di Colombo è la cedibilità dei crediti d’imposta generati, è altrettanto vero che chi si offre «chiavi in mano» ha un ricarico sui costi che si aggira sul 30%. Un prezzo congruo? Troppo esoso? Qui i pareri sono discordi ma, di certo, i punti a sfavore di questa via sono due: non si possono scegliere maestranze e finiture e parte delle «fee» (commissione) richieste dalle banche sulle linee di credito aperte alle imprese che anticipano il denaro ricade proprio sulle spalle del committente. Cosa resta da fare, quindi?


Un cantiere edile al lavoro in tempo di Covid: tantissime sono le richieste per il Superbonus
Un cantiere edile al lavoro in tempo di Covid: tantissime sono le richieste per il Superbonus
«Fai da te»

Si può scegliere di far da soli. Qui, però, si incrocia un problema strutturale, per così dire. Dopo aver selezionato con cura architetto, impresario edile, ingegnere termotecnico, ingegnere strutturista, elettricista, idraulico, fabbro e chi più ne ha più ne metta, restano scoperte due caselle cruciali: tecnico referente per i quesiti operativi sul superbonus e commercialista. Al momento, in Veneto, è come cercare il Sacro Graal e l’Araba fenice insieme. «Purtroppo devo confermare che di colleghi che abbiano seguito il complesso iter del superbonus e che siano disponibili, oggi come oggi, ce ne sono pochi» spiega Alberto Mion che oltre ad essere presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Verona fa parte anche di quella ristretta schiera di commercialisti che sul superbonus s’è messo di buzzo buono. «Va detto che i decreti attuativi sono arrivati tardi, che le circolari di Agenzia delle Entrate ed Enea sono quotidiane ma ciò che forse non è passato ancora ai cittadini è la necessità di avvalersi di un professionista all’inizio di questo percorso, non solo alla fine per l’apposizione del visto di conformità. La prima cosa da fare è verificare se ci sono i requisiti sul tal edificio per chiedere il superbonus. La banca, per la cessione del credito, è l’ultimo tassello — spiega Mion — La fase cruciale è quella preliminare in cui si stabilisce con i professionisti giusti la fattibilità dell’intervento perché effettivamente le norme sono complicatissime. Poi, però, serve qualcuno in grado di calare, con esperienza e tante settimane di studio, la norma nel progetto in questione. Insomma, ci vuole un pool di professionisti che includa la parte fiscale amministrativa e poi la parte tecnica».

La cessione del credito

La cessione del credito vera e propria, è l’ultimo dei problemi in un certo senso, ci sono parecchi soggetti che si propongono, incluse alcune multiutility. «Effettivamente, proprio per la difficoltà della materia e probabilmente per un’analisi costi benefici sul tempo da dedicare alla materia — continua Mion — non pochi studi hanno lasciato perdere. E qui emerge la necessità delle famose specializzazioni che predichiamo da tempo». L’avanguardia, in Veneto, è Tax Kredit, società nata da una costola della padovana Ekobonus che ha riunito fin da maggio 2020 una squadra di esperti sul superbonus 110% e che ora è advisor tecnico fiscale di Cassa Depositi e Prestiti. Da lì, a Padova, è nato un network di una cinquantina di studi commercialisti in tutta Italia, da Napoli a Udine, guidati da tredici studi iper specializzati che stanno lavorando in rete proprio per spuntarla sulla complessità del superbonus. Ad avere l’idea è stato il commercialista fondatore di Ekobus Andrea Cortellazzo e anche lo studio veronese Righini è uno «dei tredici». «Si collabora fra noi — conclude Mion — per fronteggiare il mostro burocratico. Per evitare che di fronte alla burocrazia ci si fermi perdendo un’occasione che può essere molto interessante».

L’asso nella manica: il tecnico referente

Si fatica poi a trovare anche un «tecnico referente» vale a dire un ingegnere con competenze ambientali ma che lavori gomito a gomito col commercialista per armonizzare la documentazione tecnica ai requisiti fiscali. «Le tre fasi sono quella preliminare per i requisiti, quella progettuale affidata a un fiduciario del committente e quella esecutiva — ammette Pasqualino Boschetto, presidente dell’Ordine degli Ingegneri veneti — su cui il rigore per materiali e prezzi congrui deve essere massimo. Quindi sì, la figura del tecnico referente è centrale quanto quella del commercialista. Per affrontare la complessità di questo tema dovremmo unirci come professioni tecniche, Ance e banche. Altrimenti non ne usciamo. E si stanno buttando a capofitto tanti squali…meglio affidarsi a qualcuno di davvero fidato. Per dire, se mi affido a un general contractor, minimo minimo mi prendo anche un consulente che mi faccia le pulci su contratto e capitolato». Infine, novità positive, conclude Boschetto — sono la proroga del superbonus al 2023 e c’è la speranza e l’auspicio che diventi strutturale. Non fosse altro che per compensare i ritardi sulle verifiche di conformità urbanistica nei Comuni. Last but not least, la riclassificazione delle aree sismiche entrata in vigore in Veneto il 15 maggio scorso, consentirà ai cittadini di oltre 100 comuni, in precedenza esclusi, di accedere anche al sismabonus 110. La complessità delle pratiche resta ma negli ultimi mesi gli interpelli all’Agenzia delle entrate hanno prodotto una mole ragguardevole di risposte utili».

La newsletter del Corriere del Veneto

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Veneto. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

1 giugno 2021 (modifica il 1 giugno 2021 | 11:24)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source: corrieredelveneto.corriere.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

Rate This Article:
No comments

leave a comment