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Superbonus: proroga, cessione del credito, scadenze. Ecco le nuove regole e le ultime modifiche – ilmessaggero.it

Superbonus: proroga, cessione del credito, scadenze. Ecco le nuove regole e le ultime modifiche - ilmessaggero.it

Superbonus, il Decreto Aiuti e il Decreto Semplificazioni alla fine sono riusciti nell’impresa: si sblocca, almeno in parte, la cessione, anche retroattiva, dei crediti corrispondenti ai bonus edilizi. Le banche potranno cedere a tutte le Partite Iva tutti i crediti, senza dover verificare che la comunicazione della prima cessione o dello sconto in fattura sia avvenuta dopo il 1° maggio 2022. Qualche ulteriore correttivo dovrebbe arrivare con il decreto Aiuti-bis. Invece è molto probabile che Palazzo Chigi non affronterà il nodo del rifinanziamento dell’agevolazione, la cui spesa ha già di molto ecceduto le previsioni; il compito toccherà, se lo riterrà opportuno, al prossimo esecutivo nella Legge di Bilancio 2023. A questo proposito, va ricordato che senza un blocco esplicito dell’operatività dell’agevolazione prima della sua scadenza questa rimane in vigore perché i fondi non sono a esaurimento.

Superbonus 110%, cessioni del credito maturate prima di maggio sbloccate: ecco cosa prevede il dl Semplificazioni

PERCHÈ C’È STATO IL BLOCCO

Due i motivi del blocco di un provvedimento che ha trainato un pezzo di Pil ma ha anche alimentato almeno 4 miliardi di truffe. La prima ragione è che le banche hanno esaurito i plafond a disposizione per questo business e non riuscendo a girare ad altri i crediti acquisiti rischierebbero forti perdite accettando nuove operazioni perché l’ammontare già raccolto rischia di essere superiore alle imposte sui profitti dovute. La seconda ragione ha a che fare con le vicende giudiziarie degli ultimi mesi, che hanno portato a sequestri da parte della magistratura di somme nei cassetti fiscali delle banche per operazioni sospette (in buona parte, però, riferibili al bonus facciate), e una recente circolare delle Entrate. ripresa con molta enfasi dall’Abi, che prescrive estremo rigore nella valutazione delle operazioni, stanno aumentando tempi e costi delle operazioni di scoring della clientela.

LA CESSIONE DEI CREDITI

Il superbonus prevede una detrazione fiscale pari al 110% delle somme agevolabili che il Fisco restituisce in quattro anni. Gli importi in gioco sono così importanti, però, che quasi nessuno chiede la restituzione diretta dei soldi. Di fatto lo fa soltanto chi dispone delle risorse finanziarie per pagare in proprio imprese e professionisti e ha anche l’assoluta sicurezza che per quattro anni l’imponibile Irpef risulterà superiore ai rimborsi. Per accedere all’agevolazione la strada della cessione del credito fiscale, sotto forma di sconto in fattura da parte dell’impresa o di cessione diretta a terzi, è dunque quasi obbligata.

COSA È CAMBIATO CON I DECRETI?

La principale semplificazione introdotta dai due Decreti prevede che le banche possano cedere a tutte le Partite Iva tutti i crediti, senza dover verificare che la comunicazione della prima cessione o dello sconto in fattura sia avvenuta dopo il 1° maggio 2022. Dunque, secondo quanto previsto dal Decreto Aiuti, le banche che hanno ricevuto una terza cessione del credito potranno cedere a loro volta ai loro correntisti non consumatori. In pratica un professionista che deve pagare l’Iva trimestrale può farsi cedere 100 euro di credito dalla banca pagandolo 99 e girare i 100 euro all’Erario. Ma attenzione, si tratta di un’operazione permessa soltanto alle banche e solo quando non è possibile la cessione ad altro soggetto vigilato. Dunque è possibile se ci sono già state tre cessioni oppure un’operazione di sconto in fattura seguita da due altre cessioni. E ancora, questo meccanismo vale anche per tutte le cessioni indipendentemente dalla data in cui sono state comunicate alle Entrate, grazie all’approvazione del Decreto Semplficiazioni, mentre in precedenza si poteva solo per le operazioni segnalate dopo il 1° maggio 2022. Il decreto Aiuti bis, in arrivo, potrebbe allentare i vincoli della responsabilità solidale nelle cessioni, limitando quindi ai casi di evidente colpa o dolo il rischio di sequestro delle somme nei cassetti fiscali. Ma gli operatori chiedono anche altri correttivi sul tema. A partire dalla trasformazione degli intermediari finanziari controllati dallo Stato italiano come CdP e Mediocredito in compratori di ultima istanza del credito fiscale. Inoltre, si chiede che le banche adottino regole comuni per il trattamento delle imprese cedenti e che le imprese possano utilizzare l’anno prossimo i crediti che non sono riuscite ad usare quest’anno.

SUPERBONUS, LE SCADENZE

Per chi ha da ristrutturare con il superbonus una casa non c’è più tanto tempo. Ecco le scadenze attualmente previste: 31 dicembre 2022 per gli edifici unifamiliari come le ville, immobili residenziali funzionalmente indipendenti, è però necessario che entro il 30 settembre risulti effettuato almeno il 30% dei lavori. 31 dicembre 2023 per gli edifici di Iacp ed enti assimilati, a condizione che entro il 30 giugno 2023 sia effettuato il 60% dei lavori 31 dicembre 2023 per i condomini e gli edifici a proprietà unica e con un numero di abitazioni da 2 a 4, entro questa scadenza si potrà ottenere il superbonus del 110%; l’agevolazione proseguirà per altri due anni al 110% solo per le abitazioni poste in aree colpite da eventi sismici a partire dal 2009, per tutti gli altri condomini l’agevolazione scende al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

I LAVORI

Per ottenere il superbonus energetico è fondamentale rispondere a certi requisiti: è necessario ottenere un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio interessato ai lavori, da certificarsi mediante un’Attestazione di prestazione energetica effettuata prima dell’inizio dei lavori e una al termine degli stessi. Inoltre è necessario compiere almeno uno dei due lavori considerarti “trainanti”, e cioè l’isolamento termico dell’edificio o il cambio della centrale termica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source: ilmessaggero.it

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