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Superbonus, si muove anche la Commissione d’inchiesta sulle banche. Indagine sui crediti fiscali in pancia agli istituti – la Repubblica

Superbonus, si muove anche la Commissione d'inchiesta sulle banche. Indagine sui crediti fiscali in pancia agli istituti - la Repubblica

MILANO – Sulla riforma del Superbonus e dei crediti fiscali per edilizia si muove anche la Commissione d’inchiesta sulle banche, che vuole vederci chiaro nei numeri dei crediti fiscali degli istituti. Esposti e segnalazioni giunti negli ultimi tempi dai costruttori italiani, che vedono lievitare i tassi di sconto dei lavori di ristrutturazione e diffusi rallentamenti della capacità degli istituti di smaltirli.

Interpellati 13 intermediari, l’80% del mercato

La Commissione, che scadrà nel 2023 con la legislatura, ha inviato venerdì scorso un questionario a un campione significativo di 13 operatori, da cui passa circa l’80% del business dei bonus, attualmente di circa 34 miliardi di euro. Si tratta delle 11 banche più grandi (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca popolare di Sondrio, Banca Carige), più la Cassa depositi e prestiti e le Poste, a controllo pubblico. Le domande, che hanno valore di attività di inchiesta, vertono su tre oggetti: gli interventi relativi al Superbonus 110%; gli interventi diversi dal Superbonus 110% con recupero in cinque anni; gli interventi diversi dal Superbonus 110% con recupero in 10 anni.

“Vogliamo fotografare su base trimestrale l’andamento della cessione dei crediti al sistema bancario, capire il numero di richieste ricevute, annullate ed erogate, i tassi di sconto applicati, le tempistiche registrate e le eventuali cessioni fatte a terzi – dice la presidente della Commissione Carla Ruocco, un passato nei M5s e che ora tra creando un nuovo partito con il ministro degli esteri Luigi Di Maio -. Vogliamo ricostruire l’effettiva e complessiva operatività del sistema bancario italiano sulla misura”.

“Serve un faro sui tassi applicati, stanno raddoppiando”

L’intento della Bicamerale del credito e della finanza è appurare se, e quanto, nel sistema si sia creata una saturazione per cui le banche non riescono a rilevare altri crediti fiscali, e molti di quelli esistenti sono incagliati in una mole di scartoffie, difficoltà procedurali e anche frodi (ce ne sono per oltre 5 miliardi). Dietro le quinte si raccontano casi limite, con imprese edilizie che hanno una capacità fiscale attorno a 20 mila euro ma si sono esposte in lavori per dieci volte la somma, confidando nella cessione agli istituti, e a volte anche indebitandosi allo scopo. L’ingolfamento del sistema, evidente da mesi, sta anche facendo lievitare i tassi che le banche richiedono per scontare i crediti edilizi: da un 6-7% iniziale, quando partì la misura nel 2020, all’attuale 16-18%, che si avvicina pericolosamente a quello di usura.

“Le istanze ricevute tramite il nostro sistema di segnalazione attivo sulla homepage della Commissione banche – continua Ruocco – confermano l’importanza della stessa per il settore edile: tantissimi cittadini e realtà produttive hanno fatto pieno affidamento sulla misura”. Particolare attenzione sarà dedicata alle condizioni economiche applicate dalle banche (tra l’altro la legge istitutiva della Commissione le dà titolo anche per verificare le procedure di calcolo delle soglie dei tassi). “Riceviamo sempre più spesso segnalazioni di significativi peggioramenti dei tassi di sconto applicati alla cessione dei crediti, occorre accendere un faro”, continua Ruocco.

Il dibattito sul Superbonus nel decreto Aiuti

I dati raccolti dalla Commissione potrebbero aiutare il governo e il parlamento, intenti a mettere una pezza al sistema dei bonus immobiliari con il decreto Aiuti da 14 miliardi di euro approvato a maggio, ora in corso di conversione. Alcuni emendamenti potrebbero accogliere la bozza su cui si lavora da giorni al Tesoro, che consentirebbe di ampliare la cessione dei crediti dando la possibilità alle banche di trasferirli ai loro clienti professionali, per compensare circa il 5% dei loro crediti fiscali complessivi con i debiti fiscali dei clienti nelle dichiarazioni dei redditi.

Source: repubblica.it

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