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Superbonus, Veneto primo per pratiche ma la burocrazia è lenta – Daily Verona Network

Edilizia pubblica
Foto d’archivio.

«In questo momento la presenza di alcuni fattori estremamente positivi per la ripresa economica del comparto quali il Superbonus legato alle ristrutturazioni edilizie, il Bonus Mobili e tutto l’indotto di agevolazioni legato alla Casa, rappresentano un’occasione che non dobbiamo perdere – commenta Roberto Strumendo, Portavoce regionale CNA Edilizia –. Nonostante le criticità legate all’aumento dei prezzi delle materie prime e le difficoltà burocratiche riteniamo che sia necessario porvi la dovuta attenzione».

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Secondo i primi dati di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, relativi alle pratiche Superbonus, il Veneto risulta primo, tra le regioni d’Italia, con 853 interventi. I dati riguardano il numero di lavori, su case e condomìni, che hanno almeno un’asseverazione protocollata (ASID). I veneti proprietari di case, o appartamenti, sono stati quindi i più interessati e i più rapidi a cogliere l’opportunità legata al Superbonus 110%. È ancor più notevole se si considera che in Lombardia ci sono molti più edifici che in Veneto, ma rimane seconda nella classifica con uno scarto di 20 asseverazioni protocollate in meno. Tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige l’ammontare dei lavori ammessi a detrazione di progetto arriva a 116.459.841,00 euro, che si trasformano in circa 128 milioni di euro di crediti ceduti.

Una misura che certamente potrebbe generare indiscussi vantaggi ma che tuttavia non decolla, purtroppo a causa di alcune criticità. Secondo i dati di uno studio realizzato dall’Osservatorio Saie, su un panel di aziende del settore delle costruzioni, per il 63% delle imprese della filiera edile, l’incentivo più utile di fatto è il Bonus ristrutturazione, seguito dall’Ecobonus (62%); il Superbonus 110% con il 59% si posiziona al terzo posto, appena prima del Sismabonus con il 56%. A ciò si aggiunga la questione legata all’aumento dei costi delle materie prime che va certamente ad impattare sulla applicabilità della misura fiscale.

Sempre secondo lo studio Saie, le aziende ritengono che il potenziale del Superbonus 110% sia messo in crisi dall’iter burocratico che non soddisfa il 77% degli intervistati; dalla mancata chiarezza della norma (55%); dalla scadenza del bonus prevista a giugno 2022 (53%) e dai requisiti di accesso (48%).

«È necessario sburocratizzare subito e prorogare almeno sino alla fine del 2023 sia per le unità abitative uni famigliari che per i condomìni – afferma Fabio Fiorot Responsabile del Comparto Casa CNA Veneto –. Il Veneto dimostra di essere una regione attenta e consapevole dell’occasione che questa misura fiscale rappresenta per il comparto casa, ma sono cifre che potrebbero essere di molto maggiori se si riuscisse ad avere più chiarezza nelle informazioni e nelle normative purtroppo di difficile interpretazione tra gli addetti ai lavori, e una accessibilità più facile all’avvio delle pratiche; ci arrivano infatti molte richieste di chiarimenti dai professionisti, dai privati e dai tecnici a dimostrazione che l’interesse è alto. Attendiamo quindi la presentazione del Recovery Plan il 30 aprile prossimo sperando che il Governo consenta almeno la proroga della misura del Superbonus al 2023 per rientrare nei tempi di realizzazione degli interventi».

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Source: daily.veronanetwork.it

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