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Tetti verdi contro il riscaldamento globale – Green Planner

Foto da Pixabay

Tetti e terrazzi rappresentano una percentuale importante della superficie totale delle città e ricoprirli con il verde avrebbe effetti benefici per migliorare il microclima del contesto cittadino, in estate e in inverno, con un miglioramento del comfort abitativo.

Tetti e pareti verdi si inseriscono nell’ambito delle soluzioni naturali (Nature-based solution) per attuare processi di adattamento e mitigazione volti a contrastare il riscaldamento globale e per migliorare la funzionalità dei sistemi costruiti dall’uomo.

La Commissione europea incoraggia la diffusione in città di tetti e pareti verdi, giardini pensili, siepi e alberi con la direttiva Ue 2018/844 del 30 maggio 2018, ripresa in Italia nel 2018 con l’introduzione del cosiddetto bonus verde, per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti e la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili, che risulta al momento rinnovato con detrazione al 36% anche per il 2022.

I vantaggi dei tetti verdi nelle nostre città

La vegetazione presente su un tetto giardino svolge varie funzioni.

Migliora le prestazioni termiche della copertura, sia nella stagione invernale che in quella estiva, con un risparmio energetico favorito dallo strato isolante e da quello drenante di coltura.

Il risparmio per il condizionamento degli ambienti è dovuto al fatto che mediamente un tetto verde in estate mantiene una temperatura di 21°C, quindi inferiore rispetto a un sistema di copertura tradizionale e questo consente di diminuire il flusso di calore trasmesso all’interno dell’abitazione e quindi risparmiare sul condizionamento.

Anche in estate l’erba non scotta mai!

Un opportuno posizionamento delle piante sull’edificio inoltre può consentire l’ombreggiamento e quindi ridurre la temperatura dell’aria circostante le macchine esterne dei condizionatori e in questo modo contribuisce a migliorare l’efficienza energetica nel condizionamento stesso.

Trattiene le sostanze nocive sospese nell’aria, che vengono così assorbite attraverso il processo di fotosintesi delle piante; quindi contribuisce alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Riduce l’inquinamento acustico perché assorbe le onde sonore, per esempio quelle prodotte dal traffico aereo e veicolare e ne riduce la propagazione.

Riduce la pericolosità di eventi meteorologici come forti acquazzoni e piogge torrenziali, perché agisce come strato drenante in grado di trattenere l’eccesso di acqua e rilasciarla più lentamente nel sistema di scarico.

Per esempio Daku (azienda produttrice di sistemi per il verde pensile) dichiara che l’elevata capacità di accumulo idrico e le prestazioni del sistema consentono di trattenere in copertura fino all’80% delle precipitazioni annuali, riducendo il deflusso delle acque verso gli scarichi.

Inoltre, un tetto giardino è un luogo dove accrescere la biodiversità della città perché le specie di piante e animali possono trovare un habitat ideale. Ed eventualmente può diventare anche luogo di nuova socialità.

Per realizzare un tetto verde serve un’azienda qualificata e una progettazione personalizzata in base al contesto e alle esigenze; i costi vanno da 70 €/mq in su e salgono se si integrano al verde altre funzioni come il solare, il pedonabile, o attrezzature varie.

Il pacchetto verde è composto da vari strati, che elenchiamo qui di seguito, partendo da uno strato di impermeabilizzazione resistente alla radicazione, cioè non attaccabile dalle radici delle piante, che va a coprire la struttura del tetto vero e proprio.

Seguono poi gli strati di protezione, separazione e scorrimento, che proteggono l’impermeabilizzazione e riducono l’attrito tra materiali diversi; lo strato di drenaggio e filtro, composto da un materassino resistente alla compressione e in grado di far camminare l’acqua, che si accoppia allo strado di accumulo di questa, per aver un minimo di riserva per le piante.

L’ultima parte, quella verso l’esterno, il verde vero e proprio, è costituita dal substrato di coltura, che è proposto dalle varie aziende in materiali diversi e, infine, dalla piantumazione, anche in questo caso proposta in modi e specie differenti.

Non si tratta di una tecnologia innovativa ma dell’assemblaggio di materiali diversi, tutti con una funzione importante, a partire dalle membrane che proteggono la struttura del tetto, fino allo strato vegetativo che è composto di vari materiali e alleggerito con Leca piuttosto che pietra pomice o altri materiali.

Il sistema Vivo Roof di Tegola Canadese prevede uno strato termoisolante in Styrodur, il polistirene espanso estruso, disponibile in vari spessori, che ha una ottima resistenza alla compressione.

Green Roof di Isolpan invece, sviluppato in collaborazione con Daku Italia, viene installato sui pannelli Isodeck PVSteel, i pannelli bilamiera utilizzati come base per tetti piani, con strato isolante in polistirene o in lana di roccia.

I sistemi per giardini pensili di Perlite Italiana, Perliroof e Perligarden, utilizzano i materassini Igroperlite per il sistema di accumulo idrico con drenaggio, realizzati con la perlite espansa, materiale naturale derivato da una roccia vulcanica.

Le tipologie di tetto verde

I tetti verdi di dividono in estensivi e intensivi e sono previsti per tetti piani o tetti inclinati.

Gli estensivi sono quelli più simili a un tappeto erboso naturale, che ha bisogno di una bassa manutenzione e non richiede sistema di irrigazione; le radici affondano per pochi centimetri nello strato di terra e il pacchetto riesce a non superare i 10-13 cm, accessibile solo per effettuare la manutenzione.

Il suo peso, saturo d’acqua, non supera i 100/150 kg. Si tratta quindi di una soluzione usata anche per superfici molto ampie ma non praticabili. Daku Italia produce il sistema estensivo Plus che raggiunge i 18 cm di spessore, rispetto ai sistemi base e standard che sono più sottili.

L’azienda Bauder invece propone il biotopo pensile, che con la sua particolare conformazione crea nuovi spazi vitali per gli insetti e gli uccelli vi trovano cibo e materiale per nidificare. Lo strato verde è realizzato in genere con Sedum o altri tappezzanti perenni.

I tetti verdi intensivi sono i più complessi e si possono paragonare a veri e propri giardini, con percorsi pedonali, alberi e attrezzature come panchine e tavoli.

In questo caso è necessario un substrato dallo spessore consistente per cui risulta molto importante la verifica strutturale dell’edificio che lo ospita.

La manutenzione è simile a quella di un giardino tradizionale e necessita di sistemi di irrigazione, manutenzione continua e potature; prevede un maggiore strato di terreno (dai 40 agli 80 cm) e l’utilizzo di piante che possono crescere anche molto in altezza.

Per questo motivo, il peso di questo tipo di tetto supera i 150 kg/mq. Esistono poi anche soluzioni intermedie, comunque da valutare in fase progettuale.

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Cristina MolteniCristina Molteni: Laureata in architettura al Politecnico di Milano, si occupa di progettazione e di direzione lavori, con particolare attenzione agli edifici Nzeb e alle caratteristiche ecosostenibili dei materiali; svolge studi di fattibilità per lo sviluppo e la riqualificazione urbanistica | Linkedin

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