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Auto, entro il 2030 dovranno essere di meno e tutte elettriche – La Nuova Ecologia


Il nuovo report di Transport&Environment dimostra che la Commissione europea dovrebbe avere più coraggio nella transizione all’auto elettrica. Le case auto e il mercato sono più avanti delle norme e l’auto sarà elettrica prima del 2035. Ma a frenare la corsa sono Paesi arretrati come l’Italia che incentiva, unica nel continente, i veicoli a combustione

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla conferenza sul clima di Glasgow non ha aderito alla proposta, sostenuta dagli altri Paesi europei, di non vendere più auto a combustione dopo il 2035. Legambiente crede invece che, proprio a partire dalle dichiarazioni delle case produttrici di auto, sia possibile e auspicabile che tutte le auto vendute dopo il 2030 siano elettriche a batteria ricaricabile. Il governo italiano appartiene alla minoranza più conservatrice e fossile dell’Unione e le associazioni di categoria degli industriali dell’auto sono ben più indietro delle stesse industrie: Volkswagen per prima, Stellantis tra gli ultimi, hanno capito che si è aperta la “gara” a conquistare il nuovo mercato elettrico e che vince chi arriva prima.

Nel terzo trimestre del 2021 le auto a batteria raggiungono una quota di mercato del 19% in tutta Europa (metà full electric e metà plugin), contro il 17,6% di quelle diesel, il 39,5% delle auto a benzina e quasi il 21% di quelle ibride. In Italia invece, unico Paese europeo che incentiva anche le auto a combustione sino a 135 grammi di CO2 a km (145 in Lombardia), le elettriche a batteria raggiungono il 12% e appena il 9% cumulato da inizio anno. Non siamo più un Paese produttore di auto, ma siamo un colosso della componentistica: produciamo per le auto, anche quelle elettriche, tedesche e francesi. Quindi difendiamo i motori diesel di importazione e i carburanti fossili, mentre aumentiamo la marginalità del mercato italiano.

Ma cosa succederà nei prossimi anni in Europa? Il nuovo report di Transport&Environment mostra come negli ultimi anni le regole imposte nel Vecchio Continente hanno stimolato la forte espansione dei veicoli elettrici. Ma i piani di riduzione delle emissioni attualmente in vigore (-37,5% al 2030) appaiono adesso troppo deboli da costituire un potente freno all’espansione del settore.

Nella figura sotto si vede come anche le nuove proposte europee “fit for 55”, che puntano a ridurre del 55% le emissioni di CO2 al 2030, potrebbero essere superate già con due anni di anticipo. Anche la data limite per le vendite di auto a combustione, che la Commissione europea ha proposto per il 2035, potrebbe essere anticipata al 2030: per quell’anno è previsto, stando agli annunci delle case auto, che la quasi totalità delle vendite sia costituito da auto a batteria ricaricabile. Tra il 2025 e il 2027 i prezzi d’acquisto delle auto elettriche nuove dovrebbero aver raggiunto i prezzi di quelle a combustione, mentre l’alimentazione e la manutenzione di quelle a carburanti fossili è già oggi decisamente più costosa.

Obiettivi europei emissioni automobilistiche

A complicare le leggi europee sull’auto pulita sono i numerosi trucchi ancora consentiti dalle prove e dalle norme. Si tratta di norme che favoriscono la vendita di veicoli più pesanti, come i Suv altamente inquinanti e gli ibridi plug-in che, quando non vengono caricati, inquinano anche di più dei veicoli alimentati esclusivamente da combustibili fossili. Secondo i calcoli di T&E, queste lacune legislative, sfruttate in modo particolare da Daimler e Bmw, hanno determinato solo quest’anno minori vendite di auto completamente elettriche nella misura di 840.000 unità (vedi figura sotto). Per questa ragione T&E chiede: “Ora che i governi e gli eurodeputati stanno discutendo le proposte della Commissione Ue per i nuovi standard, che dovrebbero essere finalizzati entro l’inizio del 2023, i politici hanno la possibilità di porre fine a questa ipocrisia”.

Le case auto che più sfruttano le lacune

Intanto in Italia sono in corso grandi manovre parlamentari in corso per ripristinare i “bonus” all’acquisto di auto nuove per famiglie abbienti: il governo ha trovato altri 100 milioni nel collegato fiscale alla legge di bilancio 2022 (del 21 ottobre 2021), ma che ad oggi risulta quasi esaurito (rimangono solo 6 milioni per le auto elettriche). Chi può rimanda l’acquisto, chi non può si rivolge al mercato dell’usato, come stanno facendo le famiglie in tutta Europa. E di auto se ne vendono sempre meno. Come abbiamo già ripetuto: basta bonus per l’acquisto di mezzi, sosteniamo servizi (pubblici, sharing, noleggio) di mezzi elettrici per una mobilità sostenibile per tutti.

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