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Dalla bozza Conte al documento finale di Draghi: così è cambiato il Pnrr – la Repubblica

MILANO – Più risorse aggiuntive e meno fondi a copertura di interventi già previsti, più soldi sull’istruzione, meno su mobilità e digitale. E’ stato un lungo percorso di limatura che ha portato a fine aprile il governo a chiudere il testo definitivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, documento programmatico che scandisce tempi e modalità di utilizzo delle risorse del Recovery Fund. Settimane di lavori in cui l’esecutivo ha anche deciso di correggere la ripartizione degli impieghi previsti a seconda del tipo di missione e delle finalità.

A svolgere un puntuale lavoro di confronto tra il testo finale e l’ultima bozza messa a punto dal governo Conte, prima della crisi di governo che ha portato alle dimissioni dell’ex presidente del Consiglio, è stato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha messo a confronto il documento del 12 gennaio 2021, ancora una versione preliminare del Pnrr, con quello poi definitivamente fatto pervernire a Bruxelles.

Un primo confronto importante mostra la diversa allocazione dei prestiti. Il dati complessivo di aprile scende lievemente rispetto alle stime di gennaio, da 127,6 miliardi a 122,6 in ragione del ricalcolo effettuato da Bruxelles sugli effettivi contributi spettanti ai Paesi, legati all’andamento dell’economia dei singoli Stati. A cambiare è soprattutto però la maggior quota di questi destinati ad interventi aggiuntivi (53,5 miliardi nel testo definitivo), cioè destinati a finanziare misure non previste a legislazione vigente. Parallalmente vengono ridotti di quasi 20 miliardi (da 87,6 a 69,1) i fondi destinati a interventi sostitutivi, cioè a coprire spese già previste.

Ma il grosso delle modifiche riguarda la scelta di dove andare a spendere le risorse a disposizione. Come noto il Piano Nazionale di Ripresa e Reslienza si articola lungo sei Missioni: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute.

“Per quanto riguarda la quota delle risorse totali destinate ai vari ambiti, a livello di Missioni la ricomposizione più importante vede aumentare di circa 1,7 punti percentuali la quota del totale destinata a “Istruzione e ricerca” “, annota l’Upb sottolineando come ad essere rinforzata sia soprattutto il capitolo dedicato al potenzialmente dell’offerta dei servizi di istruzione.

Parallelamente nel testo finale si vede ridursi quasi dello stesso importo – circa 8 miliardi  la quota relativa alla Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. A calare sono sono soprattutto i fondi per la componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”.  Tradotto, le risorse previste per il rafforzamento e il prolungamento del Superbonus, che come noto il governo ha scelto per il momento di congelare, rinviando il finanziamento della misura ad un intervento successivo.

Source: repubblica.it

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