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Elettriche, si risparmia nel ciclo di vita? – l’Automobile – ACI

Un’elettrica si compra per coscienza ecologica, ma anche per risparmiare sui costi di gestione. L’Adac, l’automobile club tedesco, si è quindi domandato se le vetture a batteria siano davvero così convenienti rispetto alle controparti a benzina e diesel nell’intero ciclo di vita. Per rispondere a questa domanda, il centro studi dell’associazione ha analizzato migliaia di dati, realizzando un prospetto del costo medio per chilometro di ogni auto elettrica e ibrida plug-in, e confrontandolo con quello di modelli endotermici comparabili del medesimo costruttore.

Differenze nei livelli dei prezzi

Questo lavoro può dare qualche indicazione utile anche per il mercato italiano, pur tenendo presente delle differenze nei prezzi di energia e carburante, che da noi creano un contesto persino più favorevole alle elettriche. In Germania, infatti, i prezzi di benzina e diesel sono più bassi (prezzo medio negli ultimi tre mesi rispettivamente di 1.595 e 1.477 euro al litro contro l’1.688 e 1.542 euro al litro dell’Italia). Viceversa, quelli della corrente elettrica domestica (considerando ricariche prevalentemente da casa) sono più alti: 0.32 euro per kilowattora in Germania contro 0.22 euro da noi (prezzo medio al marzo 2021).

Una metodologia rigorosa

Fondamentali, tra le tante variabili considerate, sono gli incentivi offerti dallo Stato sull’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in: in Germania si può arrivare rispettivamente fino a 9mila e 6.750 euro, in Italia nel 2021 si è arrivati fino a un massimo di 10mila e 6.500 euro, sommando Ecobonus ed Extrabonus (ma da noi, al momento, i fondi sono esauriti). Sulle endotermiche, invece, il prezzo di listino è stato decurtato del 15%, ipotizzando – in maniera realistica – un minimo di sconto offerto dal venditore, e prendendo come riferimento allestimenti e potenze comparabili a quelli delle vetture a batteria.    

Inoltre, l’Adac ha considerato la spesa per l’assicurazione, la tassa di possesso, un forfait per gli interventi di manutenzione, e la svalutazione dell’auto dopo 5 anni. Il tutto basandosi su una percorrenza di 15mila chilometri annui, e utilizzando i dati su consumo ed efficienza energetica dichiarati dai costruttori.

Risultati non univoci

I risultati della ricerca non sono univoci, ma variano da caso a caso. Alcune vetture a batteria si sono rivelate effettivamente più economiche dei modelli endotermici. E’ questo, ad esempio, il caso della Hyundai Ioniq in versione elettrica e ibrida plug-in, che ha un costo medio rispettivamente di 43.4 e 42.4 centesimi di euro per chilometro, inferiore a quello della i30 in versione 1.0 T-GDi (benzina) e 1.6 CRDI (diesel), che nel ciclo di vita costerebbero rispettivamente 46.8 e 48.5 centesimi per chilometro. Il vantaggio, inoltre, aumenta più ci si spinge avanti con le percorrenze.

Altri modelli hanno fatto registrare risultati inversi. La Renault Zoe con potenza di 80 kilowatt, ad esempio, rimane più costosa della Clio, sia in versione TCe 90 che Blue dCi 85: 39.4 centesimi per chilometro contro 37.2 e 37.3 centesimi.

Quali sono, quindi, le costanti che il lavoro dell’Adac ha messo in luce? Anzitutto il grande miglioramento nell’efficienza delle elettriche, alcune delle quali comportano effettivamente un risparmio nell’intero ciclo di vita rispetto alle endotermiche. In secondo luogo, il ruolo fondamentale degli incentivi all’acquisto di auto green, che in Germania sono diventati strutturali fino alla fine del 2025, mentre da noi sono in corso discussioni a riguardo.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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