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L’aliquota punta al tetto massimo dell’1,06% – Il Sole 24 ORE – Il Sole 24 Ore

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2012 alle ore 06:37.


L’Imu sugli immobili produttivi sarà più vicina al massimo che al minimo. Tra i capoluoghi italiani che hanno già deliberato l’ammontare dell’imposta municipale unica per il 2012, più della metà (16 su 28) hanno fissato l’aliquota di base al di sopra dello 0,76 per cento. È questo, infatti, il livello di base sui fabbricati diversi dall’abitazione principale, sul quale ogni amministrazione locale può deliberare un margine di variazione dello 0,3% in più o in meno. E, comunque, ci sarà tempo fino al 30 settembre per modificarle.
I negozi, i laboratori artigianali, gli uffici e i centri direzionali saranno quindi interessati da un’imposta che si preannuncia salata: in molti casi, infatti, i Comuni hanno preferito lasciare invariata allo 0,4% l’Imu sulle prime case, alzando quella sugli altri immobili per far fronte alle esigenze di cassa. E anche per le grandi città come Roma, Milano e Napoli si prospettano delibere al rialzo.
Così Savona, Rovigo, Pesaro, Caserta hanno fissato l’aliquota all’1,06%, il massimo consentito dalla normativa. Altri si sono attestati nel mezzo, con uno scarto di pochi decimali: Salerno, ad esempio, prevede attualmente un’aliquota dello 0,9%; Trieste dello 0,97%; Reggio Emilia dello 0,96 per cento.
Nel differenziare il prelievo tra le diverse tipologie di immobili, non sono molti i Comuni che alleggeriscono l’imposta sui fabbricati produttivi, preferendo magari privilegiare le case affittate, come a Savona. E in qualche caso lo “sconto” si traduce in realtà semplicemente in un minor rincaro. Come a Cuneo, dove si prevede per negozi e laboratori un’aliquota dello 0,81%, superiore al livello base, ma inferiore a quella riservata agli immobili sfitti da almeno due anni (1,06%). Anche a La Spezia le abitazioni sfitte – ma da sei mesi, anziché due anni – hanno il livello di tassazione più alto, mentre gli immobili produttivi e le strutture ricreative e ricettive con fine di lucro pagano lo 0,96%, che scende allo 0,86% per gli uffici e gli studi e allo 0,7% per i fabbricati adibiti alla vendita.
Un paio di capoluoghi puntano ad agevolare le nuove attività produttive. Pavia tassa allo 0,46% i beni strumentali usati da soggetti che hanno iniziato nuove attività nel 2012, mentre Rovigo prevede un’esenzione triennale per i capannoni e i laboratori di nuova costruzione o ristrutturati. Ma sono casi rari, per ora. Così come sono poche le città – solo sette – che riducono allo 0,1% il prelievo sui fabbricati rurali strumentali.
All’appello mancano ancora le decisioni di alcune grandi città italiane. A Roma il regolamento Imu deve essere ancora approvato dal consiglio comunale dopo la discussione del bilancio, ma stando alle prime indicazioni le aliquote potrebbero attestarsi su livelli elevati: 0,5% per le prime abitazioni, 0,2% per i rurali strumentali e 1,06% per gli altri immobili. A Milano la giunta ha deciso di fissare l’aliquota all’1,06% per evitare di alzare quella sulla prima casa oltre la soglia dello 0,4 per cento.
Da Torino, l’assessore Gianguido Passoni spiega così le tempistiche: «L’amministrazione sta valutando se diversificare le aliquote per gli usi produttivi, ma essendo difficilmente determinabile la perdita di gettito non è escluso che rinvii tale decisione. La determinazione delle aliquote complessive Imu avverrà con la predisposizione del bilancio di previsione entro la fine di giugno. La giunta determinerà le prime aliquote entro la fine del mese».
A Napoli, il bilancio di previsione è stato approvato venerdì mattina; le prime indicazioni parlano di un’aliquota dello 0,5% per la prima casa e dell’1,06% per gli altri immobili. L’assessore Riccardo Realfonzo commenta così i possibili effetti dell’Imu: «La manovra del Governo rischia di strangolare le economie locali». I Comuni, sostiene Realfonzo, avrebbero però le mani legate: «Lasciando l’aliquota invariata ai livelli di base dello 0,76% il comune di Napoli avrebbe un gettito ridotto di circa 25 milioni di euro rispetto all’Ici. Una riduzione insostenibile se si somma ai tagli da 100 milioni sui trasferimenti dal centro».
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