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Pnrr: quali sono gli obiettivi del piano punto per punto – Partita Iva

Pnrr: quali sono gli obiettivi del piano punto per punto - Partita Iva
  • Il termine Pnrr è l’acronimo che indica il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attraverso cui vengono utilizzati i fondi previsti dal pacchetto europeo NGEU (Next Generation Eu).
  • L’Italia avrà accesso a 235,12 miliardi di euro attraverso cui ridurre i danni dovuti al Covid-19 e dare un impulso allo sviluppo della digitalizzazione, alla transazione ecologica e all’inclusione sociale.
  • Sono previsti 16 settori di intervento, definiti componenti, raggruppati in 6 missioni, con obiettivi che devono essere conseguiti ogni 3 mesi in base a un calendario preciso.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, conosciuto comunemente come Pnrr, è lo strumento attraverso cui vengono utilizzati i fondi stanziati dalla Unione Europea per limitare i danni economici della pandemia e contribuire allo sviluppo di un nuovo modello di economia sostenibile.

I fondi previsti sono pari a 750 miliardi, di cui 191,5 miliardi sono destinati all’Italia al fine di portare avanti le iniziative previste dal piano europeo RRF(Recovery and Resilience Facility) della durata di sei anni.

Il Pnrr prevede una suddivisione dei fondi in diversi settori, con un programma dettagliato di riforme, investimenti e bandi. Come Partita IVA o persona fisica grazie a questo piano puoi attingere a una serie di bonus, bandi e finanziamenti a fondo perduto, con opportunità economiche e fiscali. Nell’articolo potrai conoscere come funziona il Pnrr, quali sono i progetti di investimento e tutti i bonus previsti.

Cos’è e a cosa serve il Pnrr

La crisi economica collegata all’avvento della pandemia da Covid-19 ha sottolineato l’esigenza  della Comunità Europea di intervenire al fine di aiutare gli Stati Membri ad affrontare questo particolare momento storico, oltre a contribuire allo sviluppo  verso un sistema economico basato sulle sostenibilità ambientale e quella sociale.

La soluzione approvata da tutti gli Stati Membri è quella di realizzare un pacchetto di riforme e di investimenti dal 2021 al 2026, definito Recovery and Resilience Facility (RRF).

Lo strumento per attuare queste riforme è un pacchetto di 750 miliardi chiamato NGEU (Next Generation UE), costituito da sovvenzioni e da prestiti. La somma è stata divisa in rapporto agli effetti subiti dal Pil di ogni nazione europea a causa della pandemia.

L’Italia ha ricevuto l’equivalente di 191,5 miliardi. In questo contesto si colloca il piano Pnrr. Ogni stato membro ha dovuto indicare in una relazione dettagliata le esigenze di finanziamento e le modalità per predisporre di fondi ottenuti.

Quindi al fine di accedere alle diverse trance previste dal NGEU, il Governo italiano ha redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), illustrando in modo dettagliato i progetti da realizzare, le riforme da applicare e le modalità per raggiungere gli obiettivi. Nella tabella, le principali caratteristiche del piano.

Caratteristica Specifiche
Pnrr Piano nazionale di Ripresa e Resilienza
Approvazione Governo Draghi, 13 luglio 2021
Importo finanziato 235,12 miliardi di euro
Durata 2021-2026
Progetti previsti 16 componenti raggruppate in 6 missioni
Riforme Per il 2022 sono previsti 9 decreti-legge applicativi
Scadenze 2022 30 marzo, 30 giugno, 30 settembre, 31 dicembre
Obiettivi Stimolare la ripresa dopo la pandemia e dare impulso a uno sviluppo tecnologico, ambientale e sociale del Paese
Target e milestone 2021-2026 627
Bonus previsti Digitalizzazione, rivoluzione green, inclusione e istruzione
Effetti sulla crescita Si prevede un incremento del tasso di sviluppo potenziale pari a 1,4%

Struttura del Pnrr

Il Pnrr prevede un calendario di riforme necessarie per mettere in atto gli interventi e rispettare le scadenze previste per gli obiettivi. La sua elaborazione prende come riferimento le tre aeree di interesse del piano europeo:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. transizione ecologica;
  3. inclusione sociale.

Per raggiungere questi obiettivi, il Pnrr prevede una suddivisione in:

  • missioni;
  • riforme;
  • attuazione e monitoraggio;
  • valutazione degli effetti ottenuti.

Con le riforme si mettono in essere le leggi necessarie a determinare i cambiamenti ed attuare la varie fasi del Pnrr. In base alle linee guida della Commissione Europea sono state stabilite 16 componenti, ovvero ambiti in cui si devono inserire i singoli progetti di investimento e le relative riforme previste.

Quindi ogni componente rispecchia un determinato settore o viene anche definita come area di intervento, in cui si inseriscono le diverse normative e gli investimenti. I settori vengono definiti con il termine “Missioni” e sono state previste sei diverse categorie:

  1. digitalizzazione, innovazione, cultura e turismo;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture e mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. coesione e inclusione
  6. salute.

Infine, si prevede una fase di monitoraggio e una di valutazione degli eventuali interventi.

Obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

La finalità del Pnrr si sviluppa su due binari. Da un lato i fondi saranno utilizzati al fine di colmare le difficoltà economiche affrontate dalle imprese e dai cittadini durante la crisi sanitaria da Covid-19. Dall’altro lato  si andranno a realizzare incentivi per lo sviluppo tecnologico e riforme ambientali e sociali.

L’evoluzione tecnologica e digitale è al centro degli obiettivi del piano, con un impulso alla digitalizzazione e all’applicazione di nuovi sistemi sempre più integrati, sia nel pubblico, sia nel privato.

Inoltre, si è voluto intervenire in modo sostanzioso al fine di condurre il Paese verso una a nuova educazione ambientale, con politiche finalizzate al raggiungimento di quella che viene definita come neutralità climatica, riducendo le emissioni di gas di oltre il 55% per il 2050.

Infine, l’ultimo pilastro è quello della coesione sociale e territoriale, tramite promozione dello sviluppo di integrazioni, eliminando gli squilibri sociali e territoriali, attraverso politiche per la partecipazione femminile al comparto del lavoro, rafforzando l’istruzione, la ricerca e la sanità pubblica e privata.

Piano governo Pnrr

Pnrr: iter applicativo e novità

La difficoltà iniziale nella redazione del piano è stata quella di trovare un sistema di finanziamento che potesse essere accettato da tutti gli Stati Membri. In data 21 luglio 2020, è stato raggiunto questo accordo tra gli Stati Membri, e lo sviluppo del Pnrr è iniziato a settembre 2020 con una proposta completata dal Governo Draghi a gennaio 2021.

Il 30 aprile è stata presentato il Pnrr alla Commissione ed è stato approvato il 22 giugno 2021. Il via libera da parte della Consiglio Economia e Finanza dell’UE (Ecofin) è stato dato il 13 di luglio 2021. Nella tabella, le date principali di riferimento.

Date Evento
21 luglio 2020 Approvato il pacchetto Next Generation EU da 750 miliardi
13-14 settembre 2020 Le Camere accettano il pacchetto NGEU e predispongono l’elaborazione del Pnrr
12 gennaio 2021 Il Consiglio dei Ministri completa la proposta del piano
31 marzo 2021 Il parlamento italiano accetta la proposta del Pnrr
30 aprile 2021 Invio del Pnrr alla Commissione Europea per approvazione
13 luglio 2021 Approvazione della Commissione Europea e attuazione del Pnrr

Novità inserite dal Governo Draghi

Sotto il Governo Draghi sono state inserite una serie di modifiche al piano iniziale del Pnrr. In particolare, si è avuta una ripartizione delle risorse tra le diverse Missioni. Il principale stanziamento di fondi rimane quello alla missione 2, della Transizione ecologica, ma con una riduzione del 3% rispetto al piano originale e giungendo il 29,7% dei fondi.

Invece, sono stati incrementati i finanziamenti per la missione 1, Digitalizzazione e Innovazione, raggiungendo quota 21,3%. Inoltre, si è voluto dare un maggior impulso al settore Istruzione e Ricerca, ovvero la Missione 4, passando da un 12,7% di fondi al 14,4%.

Sono state ridimensionate anche le quota della missione 3, Infrastrutture e mobilità,  e quella di Inclusione e Coesione, rispettivamente con il 13,4% e il 12,3%, mentre si è potenziata la missione 6, sulla Salute, con l’8,8% degli investimenti.

Si è posta anche molta attenzione alle riforme richieste dalla Commissione Europea per ciò che riguarda:

  • sistema giudiziario;
  • semplificazione della Pubblica Amministrazione;
  • promozione sociale;
  • riforma legislativa.

Infine, si è aggiunto un fondo complementare con il Decreto-legge 108 del 7-05-2021, pari a 30,6 miliardi di euro.

I numeri del Pnrr: gli investimenti

L’importo complessivo a disposizione del Pnrr è di 235,12 miliardi. L’Unione Europea ha stanziato dal fondo NGEU 191,5 miliardi di cui 68,9 miliardi sono a fondo perduto e quindi non dovranno essere restituiti dal Governo italiano, mentre 122,6 sono sotto forma di prestiti.

La somma di 30,6 miliardi prevista dal Governo Draghi è stata raggiunta con risorse nazionali al fine di potenziare alcune delle Missioni. Ecco come sono stati ripartiti i fondi:

  • 40,7 miliardi: digitalizzazione e innovazione;
  • 60 miliardi: rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • 25 miliardi: infrastrutture e mobilità sostenibile;
  • 31 miliardi: istruzione e ricerca;
  • 20 miliardi: coesione inclusione;
  • 15 miliardi: salute.
Obiettivi Pnrr

Progetti del Pnrr: Missioni

L’attuazione del Pnrr deve avvenire nel giro di 5 anni per il periodo 2021-2026. Ogni anno sono previste delle scadenze entro le quali devono essere attuate le singole riforme e gli investimenti in rapporto alla tipologia di componente e alle relative missioni.

Ognuna di esse andrà a riflettere le linee guida previste dalla Commissione Europea. A sua volta ogni missione prevede dei settori di applicazione con lo stanziamento di fondi specifici e l’attuazione di altrettante riforme. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le sei missioni.

1) Digitalizzazione, Innovazione competitività, Cultura e Turismo

Settori Investimenti in mld di euro
M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza PA 9,72
M1C2 Digitalizzazione del sistema produttivo 23,9
M1C3 Turismo e Cultura 4.0 6,68

Nella classifica dei Paesi più digitalizzati in Europa, l’Italia è al venticinquesimo posto. Una posizione dovuta a causa di diversi fattori tra cui devi considerare l’utilizzo ancora limitato di alcune tecnologie come i sistemi cloud, gli smart contract o le applicazioni DeFi.

A questo si aggiungono i bassi investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese in ambito digitale. In questo contesto il 25% dei fondi del Pnrr è stato dedicato proprio alla transazione tecnologica. Ecco quali sono le componenti che si andranno a sviluppare:

  • innovazione, digitalizzazione e sicurezza della Pubblica Amministrazione;
  • innovazione e competitività nel sistema produttivo;
  • turismo e cultura 4.0.

Dare un impulso tecnologico alla Pubblica Amministrazione vuol dire cambiare in maniera radicale il sistema di accessibilità e l’esecuzione degli atti amministrativi. Per raggiungere questo obiettivo sono stati applicati degli interventi sia per quanto riguarda l’infrastruttura digitale, sia per ciò che concerne i servizi ai cittadini.

Un esempio: oggi puoi richiedere velocemente diversi certificati utilizzando lo SPID oppure, effettuare controlli e revisioni delle tue cartelle e dei contributi in tempi brevi e in via telematica.

Nella componete 2 l’attenzione si colloca al sistema produttivo e in particolare alle PMI e alle grandi industrie. L’obiettivo è quello di permettere la transizione tecnologica, attraverso cui rendere più competitivo il comparto industriale.

Infatti, sono previste riforme per semplificare l’accesso al credito, oltre a dare impulso ad aziende innovative come nel caso delle start-up. Inoltre, come azienda puoi attingere a diversi bonus e fondi per l’innovazione tecnologica, la comunicazione e la connettività a banda ultra larga.

Infine, l’ultima componete si focalizza nel rilanciare i settori della cultura e del turismo tra quelli più colpiti dal Covid-19 e che richiedono un incremento in ambito tecnologico. Si procederà attraverso diverse tipologie di interventi:

  • modernizzare le infrastrutture ricettive e del patrimonio artistico;
  • rimozione delle barriere fisiche e cognitive del patrimonio turistico;
  • interventi territoriali per migliorare parchi e riserve naturali oltre ai borghi storici;
  • incrementare e migliorare la sicurezza dei luoghi storici dal punto di vista sismico e turistico;
  • incentivare e supportare la transazione digitale verde nel settore cultura e turismo;
  • sostenere lo sviluppo dell’industria turistica attraverso iniziative culturali e creative.

2) Rivoluzione verde e Transizione ecologica

Settori Investimenti in mld di euro
M2C1 Agricoltura sostenibile ed economia circolare 5,27
M2C2 Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile 23,78
M2C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici 15,36
M2C4 Tutela del territorio e della risorsa idrica 15,05

La Commissione Europea ha posto degli obiettivi per il 2050 per contrastare i cambiamenti climatici realizzando un programma che porterà a un primo step nel 2030, con la riduzione delle emissioni di gas pari al 55%, fino a raggiungere un sistema completamente sostenibile e con impatto ambientale zero nel 2050.

Per adeguarsi a questi obiettivi nel Pnrr il 37,5% dei fondi è dedicato alla missione 2, Rivoluzione del verde e Transizione Ecologica. Sono previsti quattro componenti. Andiamo ad analizzarli singolarmente:

  • agricoltura sostenibile ed economia circolare: migliorare la gestione dei rifiuti, potenziando il sistema di raccolta differenziata e incrementando le infrastrutture necessarie per sviluppare un’economia circolare. e potenziare lo stanziamento di fondi per le Partite IVA agricole a cui si aggiunge il traguardo di ottenere una filiera agricola-alimentare smart e sostenibile;
  • energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile: l’obiettivo è quello di sviluppare quelle fonti di energia alternativa come l’eolica, il fotovoltaico e l’idroelettrico. Un’attenzione particolare è prevista per la filiera produttiva;
  • efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: la rivoluzione verde passa anche per l’adeguamento energetico degli edifici residenziali e industriali, con l’obiettivo di ridurre in maniera drastica il consumo energetico, tramite diversi interventi finalizzati a dare un impulso al settore edile;
  • tutela del territorio e della risorsa idrica: interventi per adattare il Paese ai cambiamenti climatici, mettendo in sicurezza il territorio, proteggendo la natura e garantendo la tutela delle risorse idriche. Ecco quali sono alcune delle iniziative: prevenzione dei rischi idrogeologici, salvaguardia delle aree verdi con riforestazione, interventi di forestazione urbana, digitalizzazione dei parchi, depurazione delle acque, eliminazione dell’inquinamento dei terreni.
Efficienza energetica

3) Pnrr: Infrastrutture e Mobilità sostenibile

Settori Investimenti in mld di euro
M3C1 Investimenti sulla rete ferroviaria 24,77
M3C2 Intermodalità e Logistica integrata 0,63

La missione 3 ha la finalità di incrementare lo sviluppo del Paese, dal punto di vista digitale, della riduzione dei consumi e sociale. Ciò è possibile potenziando l’infrastruttura dei trasporti su ruota e quelli ferroviari. Il Pnrr per venire incontro alle direttive poste dal Congresso di Parigi del 2020 (European Green Deal) ha previsto, per il 2026, il raggiungimento di due obiettivi:

  • investimenti sulla rete ferroviaria;
  • sviluppo di un sistema di logistica integrato.

La rete ferroviaria italiana viene utilizzata solo dal 6% dei cittadini contro una media del 7,9% dei Paesi Europei. Infatti, oggi il 90% del traffico privato e commerciale avviene prettamente sulle strade, con più di 860 miliardi di passeggeri all’anno. Ciò comporta un impatto ambientale con un incidenza del 23% per le emissioni di gas serra, oltre a costi maggiori per lo spostamento del cittadino e delle merci.

Inoltre, non tutte le regioni sono collegate, basta considerare come l’alta velocità è presente su una percentuale minima del territorio italiano, con una preponderanza di spostamenti con treni regionali. Invece, nella componente 2 , il Pnrr prevede un potenziamento della logistica con interventi di sicurezza stradale, oltre alla creazione di ponti e viadotti e alla ristrutturazione di quelli esistenti con il minor impatto ambientale possibile.

4) Pnrr: Istruzione e ricerca

Settori Investimenti in mld di euro
M4C1 Servizi di istruzione: dagli asili nido alle università 19,44
M4C2 Dalla ricerca all’impresa 11,44

Gli obiettivi da raggiungere con la missione 4 sono:

  • migliorare i servizi di educazione e di istruzione primaria;
  • ridurre il tasso di abbandono scolastico;
  • eliminare i divari territoriali;
  • incrementare il numero dei soggetti adulti con un titolo di studio universitario o qualificante;
  • migliorare il sistema di  trasmissione delle domande e del reclutamento dei lavoratori;
  • incrementare il numero di ricercatori e la perdita di talenti;
  • stimolare la domanda all’innovazione.
Piano per la scuola

Il punto di partenza è quello di potenziare l’accesso alla scuola primaria e alle medie, attraverso la ristrutturazione e la costruzione di nuove infrastrutture. Inoltre, si andrà a rafforzare anche la componete educativa modernizzando la didattica, semplificando la nomina di maestri e professori e rendendo l’istruzione italiana competitiva rispetto al resto dell’Europa.

Invece, la seconda componete si focalizza sull’offrire gli strumenti adatti ai giovani al fine di crescere in ambito culturale e formativo. In questo modo si favorisce lo sviluppo di un modello basato principalmente sulla conoscenza.

5) Coesione e inclusione

Settori Investimenti in mld di euro
M5C1 Politiche per il lavoro 6,66
M5C2 Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore 11,22
M5C3 Interventi speciali per la coesione territoriale 1,98

Contrastare la discriminazione di genere, permettere un riequilibrio territoriale e lo sviluppo delle aree interne e del Mezzogiorno oltre a favorire l’accesso al lavoro, sono gli elementi che caratterizzano la missione 5.

Si prevedono tre tipologie di interventi. Nelle politiche di lavoro si andrà a porre attenzione alla formazione professionale, la transizione dei lavoratori disoccupati oltre a rafforzare i centri per l’impiego. Inoltre, si andrà a potenziare lo sviluppo di imprese femminili.

Nella seconda categoria si inseriscono tutte quelle iniziative finalizzate ad abbattere le differenze sociali offrendo un supporto economico alle persone e famiglie che si trovano in difficoltà, come il caso del rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza.

A questo si aggiunge il potenziamento del settore sportivo come elemento di inclusione e di integrazione sociale. Infine, nella componente 3 si attua un rafforzamento delle aree interne, attraverso un’integrazione dei servizi scolastici, sanitari e sociali.

6) Salute

Settori Investimenti in mld di euro
M6C1 Reti di prossimità, strutture, telemedicina per l’assistenza territoriale 6,66
M6C2 Innovazione, Ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario 11,22

La risposta del Sistema Sanitario Nazionale alla pandemia se da un lato ha dimostrato professionalità e competenza di tutti gli operatori, dall’altro ha anche evidenziato alcune carenze territoriali e organizzative. Le due componenti della missione 6 hanno il fine di :

  • rafforzare la territorialità delle strutture ospedaliere e dei servizi medici;
  • incrementare l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario.

Nel primo caso si andranno a potenziare le infrastrutture già esistenti aggiungendo presidi territoriali e creando la possibilità ai medici di sfruttare le nuove tecnologie digitali per migliorare l’accesso alla salute per il cittadino.

Dall’altro lato sono previsti investimenti per l’innovazione dei sistemi di registrazione, la diffusione dei Fascicoli Sanitari Elettronici e il potenziamento della ricerca scientifica.

Pnrr: le riforme

Gli obiettivi previsti nelle sei missioni sono messe in atto attraverso una serie di riforme. In questo modo si vanno a colmare quelle debolezze presenti in ogni Paese, permettendo l’innovazione tecnologica, la rivoluzione verde e l’inclusione sociale e territoriale. Sono previste tre tipologie di riforme nel Pnrr italiano:

  1. orizzontali: prevedono misure di interesse generale, come nel caso della Pubblica Amministrazione della Giustizia;
  2. abilitanti: sono quelle che hanno il fine di garantire l’attuazione di una o più missioni;
  3. settoriali: con riferimento a singole missioni oppure a specifici settori di competenza.

È stata richiesta dalla Comunità Europea di rendere la giustizia più rapida, e alleggerire la burocrazia. Basta considerare che un processo penale o civile in Italia ha una durata media più alta rispetto a Paesi come Francia e Germania.

In questo modo si andrà a stimolare il rilancio dell’economia soprattutto nel caso di imprese che si trovano in difficoltà. Questa riforma a sua volta si struttura su interventi settoriali, come quelli legati al processo civile e a quello penale.

Per ciò che riguarda la pubblica amministrazione viene richiesta la necessità di semplificare le procedure, oltre a permette un accesso più trasparente ai servizi amministrativi da parte del cittadino.

Scadenze Pnrr

Pnrr: le scadenze 2022

Il piano Pnrr prevede specifiche scadenze utilizzate dalla Commissione Europea al fine di organizzare e autorizzare l’erogazione dei fondi. Quindi, una volta completate uno o più componenti di una missione, o un obiettivo il Governo italiano farà richiesta per il pagamento di una trance. Le scadenze si dividono in:

  • obiettivi intermedi: milestone;
  • traguardai finali: target.

Le scadenze decorrono ogni 3 mesi, secondo il seguente calendario:

  • 30 marzo;
  • 30 giugno;
  • 30 settembre;
  • 31 dicembre.

In totale fino al 2026 sono previste 621 scadenze nel Pnrr italiano, con 4 target annuali. Nel caso di gravi ritardi la Commissione Europea ha la facoltà di interrompere le erogazioni fino al raggiungimento dei precedenti obiettivi. Per il 2022 sono 100 le scadenze che l’Italia deve raggiungere. Sono previste 87 milestone e 17 target finali.

Bonus Pnrr per le Partite Iva

Se hai aperto una Partita IVA come impresa, sei un professionista o un lavoratore autonomo, avrai la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr in diversi modi:

  • finanziamenti a fondo perduto;
  • bandi pubblici;
  • accesso diretto.

Nel primo caso si considerano quelle iniziative che rientrano nella missione 5 per la coesione sociale ed economica. Infatti, se disponi di alcuni requisiti potrai rivolgerti a Invitalia al fine di ottenere una delle agevolazioni economiche previste. Leggi la nostra guida su finanziamenti a fondo perduto..

Altra opportunità è quella di partecipare ai bandi pubblici. Troverai l’elenco completo e aggiornato sul sito Italiadomani, in cui sono presenti anche le ultime notizie sul Pnrr con gli obiettivi raggiunti e i target annuali da conseguire.

Tra quelli ancora aperti per quest’anno, ad esempio, puoi valutare il bando Transizione 4.0 e quello Parco Agrisolare.  Potrai anche accedere direttamente ai fondi aderendo a un bonus previsto dal Pnrr. In questo caso come impresa o cittadino riceverai una somma di denaro o uno sgravio fiscale presentando semplicemente la domanda. Ovviamente saranno richiesti requisiti:

  • economici;
  • personali;
  • reddituali.

Tra i bonus in essere puoi valutare quello sulle nuove imprese, finalizzato all’apertura di Partita IVA per soggetti tra i 18 e i 35 anni. Per ciò che riguarda l’innovazione puoi avere accesso al fondo blockchain e al bonus Pc e quello sulla connettività.

Infine, per far fronte ai rincari energetici degli ultimi mesi è stato previsto l’acceso diretto al bonus bollette con detrazioni e deduzioni per Partite Iva.

Attuazione e monitoraggio del piano

Gli obiettivi del 2021 del Pnrr erano 51, tutti conseguiti dal Governo. Per il 2022 la situazione è più complessa. Anche se è previsto un monitoraggio costante, l’applicazione di alcune riforme e la loro attuazione hanno subito una serie di ritardi.

Complice la situazione di emergenza economica dovuta all’aumento del tasso d’inflazione, ma anche la crisi politica che ha colpito il Governo Draghi, alcuni punti sono in ritardo. Dei 100 obbiettivi da conseguire entro la fine dell’anno, per adesso solo parzialmente si è rispettato il calendario previsto.

Ad oggi risultano ancora non pubblicati in Gazzetta Ufficiale alcuni degli obiettivi che dovranno essere raggiunti entro il prossimo 30 giugno.

Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – Domande frequenti

Quali sono i progetti del Pnrr?

Nel Pnrr sono presenti 6 missioni che raggruppano 16 diversi settori su cui si dovranno effettuare gli interventi. Ecco una guida punto per punto.

Quanti sono gli obiettivi del Pnrr?

Il numero complessivo di obiettivi è 621 da effettuare entro il 2026, di cui 51 sono stati già conseguiti nel 2021 e per quest’anno se ne prevedono 100.

Come usufruire del Pnrr?

Come Partita IVA potrai partecipare ai bandi, attingere a finanziamenti a fondo perduto o accedere ai bonus diretti introdotti con il Pnrr, questi ultimi previsti anche per i privati.

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