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Ricostruzione e Superbonus, le imprese edili non si trovano. E i materiali? Prezzi alle stelle,… – corriereadriatico.it

ANCONA Una montagna di richieste generata da ricostruzione post sisma e Superbonus 110% da affrontare con carenza di manodopera, aumento dei prezzi e scarsità delle materie prime e degli accessori. Così l’edilizia marchigiana è andata sotto stress e rischia di implodere. Il risultato è che trovare imprese disponibili ad effettuare interventi di qualsiasi genere è diventato più difficile che scalare l’Everest.

 

L’ondata di lavori richiesti dopo il blocco imposto dalla pandemia è impetuosa e ha messo in difficoltà il sistema, come ha confermato il presidente di Ance Marche Costanzo Perlini. E ciò senza considerare l’edilizia pubblica e una possibile, e auspicata, accelerazione del Superbonus. 

Le opportunità
L’edilizia – 22mila le imprese attive nelle Marche -cerca maestranze e figure professionali più qualificate. Per Perlini il problema principale è legato all’incertezza della proroga, finora solo annunciata, del Superbonus. «Ci viene richiesto di fare tutto in poco tempo» sintetizza Perlini che aggiunge: «L’aumento delle richieste ha generato una bolla speculativa sui prezzi, da quelli delle materie prime, alcuni legati al mercato internazionale, a tutte le altre attrezzature. Le impalcature non si trovano più, il prezzo del legno utilizzato per le coperture è cresciuto del 200%, ferro +150% polietilene +113% e così via». Secondo il presidente di Ance Marche gli investimenti di maggiore entità sono rimasti al palo in attesa della proroga: «Tutta la procedura necessita di tempi lunghi, a partire dall’acquisizione del permesso di costruire i cui tempi di attesa sono a volte biblici. Per cui senza una proroga del Superbonus, almeno fino al 2023, l’azienda non ha i tempi necessari e temporeggia». 

Le scelte
Altre imprese marchigiane, dopo aver firmato il preventivo dei lavori, hanno preferito rinunciare all’esecuzione degli stessi a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Hanno calcolato che avrebbero perso meno rinunciando ai lavori piuttosto che farli. Ecco che altre imprese non vogliono sentir parlare di Superbonus. «Ritengo che l’incremento dei prezzi sia una bolla destinata a esaurire il suo effetto tra alcuni mesi. Non è una bolla, invece, l’aumento delle richieste perché ci porteremo dietro la ricostruzione post terremoto per 15-20 anni. E poi c’è comunque un mercato dell’edilizia che, dopo un decennio di crisi e una selezione delle aziende, è comunque in ripresa, trainato dall’impiego dei risparmi degli italiani» afferma Perlini. Sembra un paradosso ma in questa situazione di iper lavoro, per fortuna il Superbonus viaggia ancora a rilento, come ci ha confermato lo stesso Perlini. Al 10 giugno sono appena 332 gli interventi partiti per un investimento complessivo di 50 milioni di euro. «L’incertezza legislativa, l’aumento dei prezzi dei materiali, la difficoltà nella gestione della procedura fino alle richieste di interventi extra Superbonus rappresentano i freni per lo sviluppo del provvedimento anche in Italia dove siamo a 1,8 miliardi di euro rispetto ai 18 miliardi previsti con una progressione ancora lenta» conferma Marco Marcatili responsabile sviluppo Nomisma.

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Source: corriereadriatico.it

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