

Nel giorno in cui si celebra il lavoro, si ricorda anche il
dovere imprescindibile di tutelare chi lavora. Il 1° maggio non è
infatti solo un’occasione simbolica, ma un richiamo concreto alla
centralità della sicurezza: un principio che non
può essere negoziato, rinviato o gestito con superficialità.
Proprio per questo, il Documento di Valutazione dei
Rischi (DVR) rappresenta il presidio tecnico e giuridico
che tutela quotidianamente la sicurezza dei
lavoratori.
Ma cosa accade quando questo strumento è redatto in modo formale
e non sostanziale? Chi risponde, in caso di incidenti causati da
una valutazione incompleta? E come si valuta la concretezza delle
misure preventive? A fare chiarezza al riguardo è la Corte
di Cassazione con la sentenza
del 28 febbraio 2025, n. 8301.
Sicurezza sul lavoro: responsabilità penale per carenze nella
valutazione dei rischi
Il ricorso riguarda la condanna per lesioni colpose
aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza a
seguito di un grave infortunio subito
…continua a leggere
Tutti i diritti dei contenuti presenti in questo articolo sono della fonte e vengono riportati solo per “diritto di breve citazione” (art. 70 Legge n. 633/1941), indicando sempre la fonte, con relativo link al sito di provenienza. Leggi il Disclaimer.