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Superbonus 110%: sarà rifinanziato? – Lavori Pubblici

Mesi bollenti sono trascorsi e mesi altrettanto caldi sono
previsti all’orizzonte. Il tema è il superbonus 110% che da quando
è nato ha già prodotto 33,7 miliardi di detrazioni previste a fine
lavori (dati che riguardano il solo ecobonus 110%), troppi per
qualcuno visto che lo stanziamento previsto per il biennio
2022-2023 è di 33,8 miliardi di euro.

Superbonus 110%: finito lo stanziamento che succede?

È così che tra contribuenti, imprese e professionisti scatta
naturale la domanda su cosa accade ai crediti maturati in assenza
di copertura finanziaria da parte del Bilancio dello Stato. Le
risposte sono molteplici ma potrebbero anche essere superate nel
caso in cui il Parlamento decidesse di rifinanziare subito la
misura fiscale.

Ed è l’ipotesi avanzata da Gianmauro Dell’Olio, Portavoce del
M5S al Senato e membro delle Commissioni Bilancio, Inchiesta sulle
Banche e Semplificazione che afferma “È paradossale che la
misura che più di ogni altra sta contribuendo a risollevare il
Paese dalla crisi dovuta alla pandemia ogni giorno subisca attacchi
strumentali
“.

Affermazioni che probabilmente fanno riferimento alle
dichiarazioni del Premier Draghi e del Ministro Franco, molto
lontane dalla possibilità di riaprire questa misura, o al servizio di
Report
che ha fatto molto rumore tra gli addetti ai lavori.

Altra problematica di cui si parla negli ultimi giorni è la
possibilità di raggiungere in anticipo gli stanziamenti previsti
per il Superbonus. Ma, secondo il senatore Dell’Olio, questa
sarebbe solo una nuova maniera di attaccare la detrazione. “Oggi l’ennesimo allarme relativo al Superbonus riguarda il
costo di 33 miliardi di euro raggiunto dalla misura in anticipo sui
tempi. Anche questo ennesimo tentativo di attaccare il Superbonus è
destinato a scoppiare come una bolla di sapone
“.

I finanziamenti per il 2023-2025

Per prima cosa – conferma Dell’Olio –
l’agevolazione verrà senza ombra di dubbio rifinanziata per il
2023 e gli anni seguenti, perché non è una misura ‘chiusa’ che
possa fermarsi come se niente fosse. In secondo luogo è
perfettamente inutile puntare l’indice sui costi per 33 miliardi,
che in realtà sono investimenti, senza dire mai quanto il
Superbonus faccia incassare allo Stato in termini di maggiori
imposte dirette e indirette, in termini di emersione del lavoro
nero, di aumento del valore degli immobili, in termini di valore
economico dei risparmi energetici conseguiti, in termini di
acquisti collaterali innescati dal Superbonus e in termini di
lavoro creato nell’edilizia e connessi consumi delle
famiglie
“.

Il Superbonus deve continuare a vivere – conclude il
senatore a 5 stelle – con i suoi effetti irrinunciabili
sull’economia, ripristinando una generalizzata circolazione dei
crediti fiscali, come indicato dal Movimento 5 Stelle in diversi
emendamenti al decreto Aiuti e come da ultimo è stato chiesto oggi
dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, con una
lettera, al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro
dell’Economia Franco, che non possiamo che condividere!”.

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