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Superbonus e crediti fiscali, a Napoli la manifestazione delle imprese edili – ilmattino.it

Secondo una loro stima saranno decine di migliaia le piccole e medie imprese edili che rischiano il tracollo economico con la perdita di centinaia di migliaia di posti lavoro, tra diretto ed indotto. E paradossalmente lo rischiano avendo centinaia di migliaia di euro crediti fiscali nel cassetto ottenuti con lo sconto in fattura per lavori edili del cosiddetto “superbonus” (per l’efficientamento energetico) o di opere che godono di altri bonus (facciata, sismabonus o tradizionali detrazioni per le ristrutturazioni).

Soldi di crediti fiscali scontati in fattura alla committenza (prevalentemente condomini o case unifamiliari) che però non riescono a monetizzare con le cessioni perché, a loro dire, dopo l’emanazione del decreto antifrodi le procedure sono diventate lunghe e complesse. Alcuni istituti, inoltre, non accettano più cessioni. Per questo le imprese riunite sotto la sigla «Class action nazionale per l’edilizia» con Partitalia (Associazione delle partite Iva) e Faci (Federazione artigiani e commercianti italiani) torneranno di nuovo in piazza per chiedere procedure più snelle. Chiedono tempi rapidi per avere i soldi dopo la certificazione del credito.

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La prima manifestazione è prevista per domani in piazza della Repubblica a Roma; la seconda, invece, è programmata per il prossimo 18 maggio a Napoli perché in Campania si registra un alto numero di imprese edili. Le nuove norme previste per colpire chi ha frodato ma anche per scongiurare nuovi abusi, a loro giudizio, ha causato un rallentamento – e talvolta una paralisi – delle procedure. E così i piccoli e medi impresari edili ora si trovano esposti con i fornitori, con i dipendenti, con gli istituti previdenziali e con il fisco e non in grado di onorare gli impegni pur avendo soldi che non sono però monetizzabili in tempi brevi. «Una situazione non più sostenibile – dicono al comitato Class Action dell’edilizia – di questo passo i piccoli e medi imprenditori sono destinati a scomparire mentre potranno resistere solo i grandi gruppi imprenditoriali che hanno una discreta liquidità» .

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