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Superbonus e una tantum 200 euro, la maggioranza tratta. Ecco come potrebbero cambiare – Il Sole 24 ORE

I punti chiave

4′ di lettura

Sempre più al centro del braccio di ferro tutto politico all’interno della maggioranza, e sempre più oggetto del pressing delle imprese dell’edilizia, che chiedono di superare difficoltà normative e incertezze soprattutto sul fronte della cessione del credito di imposta. È il Superbonus 110%, l’agevolazione fiscale prevista dal decreto Rilancio (dl 34/2020, approvato dal governo Conte II), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Secondo i dati forniti dall’Enea, a fine aprile il totale degli investimenti ammessi alla detrazione del 110% ammontava a 27,4 miliardi di euro, con detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori per oltre 30 miliardi.

Il decreto Aiuti torna sul tavolo del Cdm: ritocchi alle regole sulla cessione dei crediti

Novità potrebbero arrivare già in queste ore. Nel pomeriggio di oggi, giovedì 5 maggio, il testo del decreto Aiuti da 14 miliardi, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri per un affinamento tecnico sulle tante norme che non sono riuscite a trovare un assetto definitivo in tempo per il primo via libera di lunedì scorso, 2 maggio. Il restyling dovrebbe concentrarsi su alcune misure. Tra queste, anche il Superbonus, con l’ennesimo ritocco alla disciplina sulla cessione dei crediti d’imposta. Si delinea la possibilità di una quarta cessione del credito (le banche potranno cedere i crediti ad altri clienti anche senza che prima ci sia un passaggio tra gli stessi istituti di credito) e del frazionamento dell’importo in più operazioni.

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Sostegno da 200 euro a luglio, anche a autonomi

Sono attesi ritocchi anche sul bonus di 200 euro per lavoratori e pensionati. Secondo quanto si è appreso, il testo dovrebbe prevedere l’esclusione di chi percepisce il reddito di cittadinanza dall’ottenimento del sostegno. La nuova bozza chiarisce inoltre che il bonus non si applica ai rapporti di lavoro domestico, e prevede un fondo anche per i lavoratori autonomi. I datori di lavoro,dei settori pubblico e privato, riconoscono il bonus in via automatica e verificano in sede di conguaglio se effettivamente spetta al dipendente oppure no,e provvedono eventualmente al recupero dell’importo.

Verso buono da 60 euro per trasporti pubblici

Nella nuova bozza del provvedimento che il Consiglio dei ministri discuterà nel pomeriggio è inoltre previsto che, per mitigare l’impatto del caro-energia soprattutto su studenti e lavoratori con un reddito sotto i 35mila euro, venga istituito un fondo da 100 milioni di euro presso il ministero del Lavoro che erogherà un buono fino a 60 euro per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

La sonora bocciatura di Draghi: prezzi triplicati. La protesta dei Cinque Stelle

Negli ultimi giorni il Superbonus 110% è finito al centro di un confronto politico, che ha determinato l’ennesima fibrillazione del Governo. Sulla sua «validità non siamo d’accordo», ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi in occasione di un recentissimo intervento alla plenaria del parlamento europeo a Strasburgo, in replica alla Cinque Stelle Tiziana Beghin e al verde Philippe Lamberts che proponevano di diffondere questa soluzione tra i Paesi Ue. «Il costo di efficientamento – ha aggiunto il capo del Governo – è più che triplicato grazie al 110 per cento, i prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati perché il 110% di per sè toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo». Parole che sono giunte a stretto giro dallo strappo sul termovalorizzatore di Roma, con i Cinque Stelle che hanno deciso di astenersi nel momento in cui si è trattato di dare via libera al decreto Aiuti. E che hanno determinato la reazione M5s. «Mi ha meravigliato che proprio di fronte al Parlamento europeo (Draghi, ndr) abbia trovato modo di parlare male di una misura che sta facendo correre il Paese e che gli ha consentito di fare il giro dell’Europa e fregiarsi dell’aumento del 6% del Pil», ha attaccato il leader Giuseppe Conte, rassicurando al tempo stesso sul fatto che il M5s è sempre stato disponibile a migliorie anti-frodi: «Siamo ragionevolmente disposti a migliorare le misure per contrastarle».

Source: ilsole24ore.com

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