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Yunex Traffic: così Atlantia torna in carreggiata. Grazie anche ai soldi dello Stato italiano – Il Fatto Quotidiano

C’è voluta la tragedia del ponte Morandi (43 morti) per far cambiare carreggiata e strategie di sviluppo ad Atlantia. È di qualche giorno fa infatti la notizia che la holding controllata dalla famiglia Benetton ha sottoscritto con Siemens il contratto per l’acquisto della società Yunex Traffic, per un corrispettivo di 950 milioni di euro. Yunex Traffic, con quartier generale a Monaco di Baviera ma presente in tutto il mondo, è uno dei maggiori operatori globali attivi nell’innovativo settore dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e delle Smart Mobility.

L’acquisizione di Yunex Traffic amplia il business di Atlantia, che passa dalla gestione di infrastrutture (autostrade, aeroporti, servizi avanzati di mobilità) all’innovazione e alla mobilità sostenibile. Con nuovi prodotti e servizi, il gruppo punta a generare valore aggiunto, sviluppando nuove soluzioni che consentano alle persone di muoversi con maggiore semplicità e sicurezza in ogni fase del loro viaggio.

In questi giorni Atlantia ha lanciato un bond senior dual tranche a 6 e 10 anni per un ammontare complessivo di un miliardo di euro, che ha ricevuto ordini doppi rispetto all’offerta, a conferma del solido posizionamento della società sui mercati internazionali del credito dopo la “restituzione” di Autostrade per l’Italia (Aspi) allo Stato.

Negli ultimi anni, tuttavia, Atlantia ha prosciugato gli extraprofitti di Aspi, lasciandola super indebitata con la compiacente acquiescenza di chi, al ministero dei Trasporti, avrebbe dovuto controllare che una parte di queste risorse andassero per la sicurezza e la manutenzione dei 3mila km di rete in concessione.

Atlantia, da parte sua, ha comprato nello scorso decennio l’Aeroporto di Roma, quello di Nizza, una quota importante dell’Eurotunnel, il 50% di Abertis (le autostrade spagnole) e altri ricchi asset infrastrutturali. Questo salto di paradigma aziendale è stato possibile grazie anche all’accordo dell’estate del 2021 con lo Stato italiano, tramite il quale la cordata guidata da Cassa Depositi e Prestiti ha acquistato Aspi con un bonus da 5 miliardi lasciando però allo Stato 11 miliardi di debiti di Aspi. Lo Stato si è ripreso Aspi (venduta nel 1999) salvandola da una probabile insolvenza, in cambio di un prezzo assai generoso nei confronti di Atlantia, condito dall’impegno a non costituirsi parte civile nel processo in corso per la strade del ponte Morandi.

Insomma con risorse pubbliche un bell’investimento all’estero c’era proprio da aspettarselo.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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