

Doveva essere il nuovo pilastro normativo degli appalti
pubblici, un Codice “chiaro”, “digitale”, “semplificato”,
“autoapplicativo”. Eppure, a poco più di un anno dalla sua entrata
in vigore, il D.Lgs. n. 36/2023 ha già
subito otto interventi correttivi, modificativi o integrativi. E
non si tratta solo di piccoli ritocchi. Alcune modifiche hanno
alterato principi, altre introdotto eccezioni settoriali, altre
ancora… hanno creato autentici cortocircuiti normativi.
Il risultato? Una stratificazione normativa che smentisce ogni
ambizione di coerenza e che trasmette un messaggio chiaro: la
tecnica legislativa in Italia è diventata l’arte del
provvisorio.
Le otto modifiche (finora) al nuovo Codice dei contratti
Ecco, in ordine cronologico, l’elenco completo degli interventi
che hanno già modificato il D.Lgs. n. 36/2023:
- art. 2, comma 1, D.L. 29 maggio 2023, n. 57 (confermato dalla
L. n. 87/2023, art. 6, comma 2-bis) – Modifica dell’art. 108, comma
7; - art. 15-quater, comma 1, lett. a) e b), D.L. 29 settembre 2023,
n. 132, convertito con L. 27 novembre 2023, n. 170
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